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CONFERENZA STAMPA Luis Enrique: “Rimango a Roma per 10 anni, mi trovo benissimo qui. Il terzo posto? Prima battiamo il Novara, poi ci pensiamo”

Luis Enrique in conferenza

Alle 11 di questa mattina, presso la sala conferenze di Trigoria, il tecnico giallorosso Luis Enrique ha incontrato i giornalisti alla vigilia della sfida di campionato contro il Novara. Queste le sue dichiarazioni:

Battendo il Novara la Roma può sperare ancora nel terzo posto?

“Prima giochiamo la partita poi vedremo. Ci sono delle squadre davanti a noi e quindi è difficile fare questi calcoli. Dobbiamo fare i nostri compiti e vincere anche per la difficoltà dell’orario”.

La vostra proposta di calcio non è così produttiva?

“Penso che l’allenatore dovrebbe essere preoccupato se la squadra non crea palle gol. Quando la squadra crea e non le sfrutta è un’altra cosa”.

Dopo Milano, Totti è stato criticato. Cosa pensa di lui?

“La cosa che secondo me è ingiusta è additare un giocatore per una sola partita. I giocatori devono essere giudicati per una stagione e non per una partita. E’ chiaro che serve alla Roma, lui è un riferimento. Capisco che era un buona occasione per noi contro il Milan ma la squadra ha fatto il massimo contro una grande squadra. Noi stiamo facendo il nostro lavoro e alla fine della stagione si vedrà cosa avremo fatto tutti, io per primo. I giocatori non si devono rilassare pensando che sia una partita facile”.

Infortuni muscolari. C’è una motivazione?

“Questo è uno sport di contatto, difficile che comporta dei rischi. Vedo che anche nelle altre squadre ce ne sono di questi problemi. Noi facciamo di tutto per coprire questi problemi. Non credo sia un problema di preparazione. E’ normale in questo sport”.

A Milano nel primo tempo era molto nervoso. Come mai dopo tanti mesi la squadra non riesce a capire l’atteggiamento che lei vuole per tutti i ’90 minuti?

“Non ero nervoso.. io vivo la partita con la mia intensità. Quando vedo che un calciatore non fa quello che chiedo mi arrabio. Capisco che per il calciatore è difficile capire cosa sbaglia, da fuori è più semplice”.

Lei ha schierato Bojan sempre a partita in corso. Che cosa è mancato a lui per sfondare?

“Non mi piace parlare dei singoli. Bojan è un giocatore importante ma io vedo che aspettiamo troppe cose dai giocatori giovani. Lui sta lavorando ogni giorno e penso che possa diventare un grande giocatore. Sono contento per come si allena e sono soddisfatto ma mi aspetto che faccia di più. Avrà le sue opportunità”.

Sta ponendo rimedio ai problemi della difesa?

“Quando sbagliamo, sbagliamo tutti. Se ho parlato in passato della difesa parlavo di errori di tutta la squadra e mi metto in mezzo anche io. Ogni giorno lavoriamo per migliorare. Quando succede vediamo perchè è successo e cerchiamo di capire i motivi”.

Ad oggi, quale è il suo rapporto con il calcio italiano?

“Chi è il calcio italiano? Ho sempre fatto i complimenti agli allenatori che si sono complimentati con me ma non mi sento l’unico allenatore straniero in Italia. Non lo so, forse rimango qui 10 anni. Sono contessisimo qua”.

Totti e Pjanic ci saranno? In settimana ha provato De Rossi in difesa..

“Si domani giocherà difensore centrale. E’ una garanzia e lo puà fare. Totti e Pjanic avevano qualche problemino e spero che oggi siano a disposizione”.

Questa Roma cerca di giocare con il Barcellona. Si può arrivare a quel livello?

“Non cerchiamo di giocare come il Barcellona, è impossibile. Il modello di gioco che più ti avvicina alla vittoria è quello che più si avvicina ai tifosi facendo un gioco che ti porta vicino alla porta. Così ho fatto alle squadre dove sono stato e quello che sto facendo qui. Fare quello che fa il Barcellona è impossibile. Il Barcellona ha delle caratteristiche chi si adatta ai giocatori e noi un modello che si adatta ai nostri”.

Che cosa la preoccupa del Novara?

“Mi preoccupa la mia squadra. Dobbiamo arrivare con la mentalità giusta. Se non lo facciamo il Novara sarà ancora più pericoloso”.

Che cosa pensa dell’arrivo di Stramaccioni sulla panchina dell’Inter?

“Non lo conoscono. So che ha lavorato qui e ha fatto bene sia qui che all’Inter. Non lo conosco e non posso parlare di come lavora. Alla fine non penso che cambi essere giovani o meno, la cosa importante è la qualità. E la stessa cosa vale per i giocatori”.

Redazione GazzettaGialloRossa.it

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