IL ROMANISTA. Contro Daniele anche il Corriere dei Gufi

09/01/2010 Roma 1 Chievo 0 l'esultanza di De Rossi

(M.Bianchini) – Ci risiamo. Dal covo degli uccelli del malaugurio continua ad uscire lo sgradevole suono del bubbolìo che secondo una consolidata consuetudine ha perbersaglio la Roma. Appollaiati sui rami, erano pronti a crocifiggere la formazione giallorossa, “strapazzata” sul campo di Catania. E’ andata male e non perché, come vorrebbero far credere loro, la pioggia ha salvato la squadra di Enrique dal naufragio. Il titolo delportavoce dei disfattisti dice testualmente: “Roma, quanta ansia per De Rossi; dal contratto ai problemi muscolari, non può dare garanzie sul presente e sul futuro”. La disperazione si è diffusa rapidamente fra i tifosi romanisti. Qui si parla di presente e di futuro. In un sol colpo Daniele rischia di scomparire dai sogni immediati delle fortune giallorosse. I fattori contingenti che si alternano nel bene e nel male in qualsiasi società per la Roma vengono trasformati in presagi funesti, proiettati nientemento che “sul presente e sul futuro”. Calma signori! Il nostro capitan futuro è ancora vivo e vegeto per sopravvivere ai malanni fisici, tutti ancora da scoprire, alle eventuali squalifiche e alla sottile polemica che avete fatto balenare fra lui ed Enrique per la sostituzione di Catania. A proposito della trasferta siciliana ha trovato modo di imperversare ancora la malafede. Forse i “soloni” del calcio si sono affrettati a prendere in prestito le cacofoniche dichiarazioni di Legrottaglie secondo il quale, alla fine del primo tempo, il punteggio giusto sarebbe stato di 4-1 per la squadra di casa. Il “chierichetto” del campionato dovrebbe ricordarsi che non gli è permesso dire bugie, pena il posto in Paradiso. Da quando esiste il gioco del calcio si sa perfettamente che in una partita dove la palla scorre sull’acqua e non sull’erba, chi ci rimette è chi sa giocare a pallone. In quella che somigliava a una gara di pallanuoto, si è trovata chiaramente più a suo agio la squadra “flipper”, che manovrava la pallina impazzita, con l’aggiunta di una agonismo spiritato. Ma il vero gioco del calcio è un’altra cosa. Ci vantiamo di affermare che abita a Trigoria. Senza contare che ben altro discorso sarebbe stato fatto, in quanto a reti fatte e subìte se ci fosse stato concesso un tiro sacrosanto dal dischetto del rigore. “Se son Rosi fioriranno…” vero, sig. Tagliavento?

 

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