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CORRIERE DELLO SPORT. Luis Enrique alla riscossa

Luis Enrique

(A. Ghiacci) – «Forse sono un po’ invecchiato» ha confessato qualche settimana fa. In effetti la partenza è stata dura, piena zeppa delle più disparate sensazioni che, comunque, sono sempre durate poco, di qualsiasi natura fossero. Ma Roma, intesa come piazza calcistica, è così: frenetica. E lui,  Luis Enrique,  forse qualche difficoltà se l’aspettava, ma certo che la realtà è stata ben più tosta da affrontare. Cinque mesi di Roma sono come una vita. Anche nel caso del tecnico spagnolo si è passati dai giudizi catastrofici, all’esaltazione del nuovo modello. (…) “Lucho” ha incontrato delle difficoltà, ha commesso degli errori, ha rivisto alcune sue posizioni, ha goduto dei benefici dell’entusiasmo dei tifosi giallorossi e ora, dopo sette punti in tre partite, è pronto a non fermarsi più.

LAVORO – Trabajo y sudor . Ancora: hombre vertical Espressioni spagnole che in questi mesi sono entrate nello slang della Capitale. Ad indicare le doti da grandissimo lavoratore di Luis Enrique, uomo scelto dalla nuova Roma per importare un modello ancora sconosciuto in Italia«Impulsivo che lavora al massimo per non commettere errori» lo definisce Joaquin Valdes, preparatore-compagno di imprese sportive (la Maratona di New York del 2005 e l’Ironman di Francoforte del 2007). (…). Luis Enrique però – ecco l’hombre vertical – è andato avanti per la sua strada, convinto come è soltanto chi sa di fare appieno il suo dovere e fa di tutto per farlo bene.
CONQUISTA – Di solito quand’è così il tempo è galantuomo. E infatti con il passare delle settimane, al di là dell’innovazione tattica, Luis Enrique ha cominciato a conquistare i suoi. Da più parti, si parla di spogliatoio oltre che di dirigenza che lo ha scelto e voluto, sono arrivati elogi: vecchia guardia, ultimi arrivati, giovani, tutti pronti a parlare bene del capo. Che ha incontrato difficoltà, per la voglia di stupire e per regole a volte troppo ferree. Difficoltà che senza l’aiuto dei risultati e attraverso qualche piccolo screzio interno l’hanno portato nella bufera del post-Firenze. Di ritorno dalla scoppola del Franchi i tre giorni più duri di Luis Enrique, che è stato anche sfiorato dall’idea di mollare tutto. Ma se non si smette mai di crescere, tanto meno lo si fa a 41 anni.
RILANCIO – E allora ecco che i confronti con il direttore generale Franco Baldini, l’uomo che più di tutti lo ha voluto, e i consigli di chi conosce bene il calcio italiano, hanno portato Luis Enrique a rivedere alcune sue posizioni. Regole chiare, come sempre, «ne bastano poche, ma tutti devono rispettarle per il bene del gruppo» dice lui. Il capo comanda sempre, ma ora lo fa nella normalità che prima sembrava non esserci. Ci è arrivato parlando, confrontandosi, ascoltando: e dall’altra parte, dalla squadra, ha trovato appoggio proprio perché nel gruppo la stima nei suoi confronti c’era eccome. Poi si sa che i risultati, nel calcio come nella vita, fanno tutta la differenza del mondo. Ma, una volta arrivati quelli, la Roma e i suoi tifosi stanno apprezzando appieno le doti di Luis Enrique. E le decisioni, alcune delle quali erano state accettate da tutti con il sorriso fin dall’inizio, (…)
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