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CORRIERE.IT La peggior Roma rovina una settimana perfetta. Col Pescara è solo un misero punticino

Pjanic

(L. Valdiserri) Dopo l’impresa di Milano, giallorossi senza carattere e con pochissimo gioco. E Caprari segna il gol dell’ex

ROMA – Ci voleva la peggior Roma possibile per rovinare una settimana quasi perfetta, iniziata con la vittoria contro il Torino che aveva riavvicinato l’Europa in campionato e proseguita con il successo contro l’Inter, a San Siro, che ha spalancato ai giallorossi le porte della finale-derby di Coppa Italia contro la Lazio. Senza carattere e con pochissimo gioco la Roma è riuscita in uno dei suoi miracoli al contrario: pareggiare in casa contro il Pescara che in tutto il girone di ritorno aveva fatto un solo punto (1-1 a Palermo il 10 febbraio), collezionando 12 sconfitte, 8 delle quali consecutive. Un risultato nella tradizione del passato remoto (Roma-Lecce il caso più clamoroso) ma anche di quello più recente: la sconfitta per 2-0 a Palermo, il 30 marzo 2013, che Andreazzoli aveva descritto come «l’unica vera pagina nera, anzi nerissima, della mia gestione». Almeno fino a ieri.

IL GOL DELL’EX – Il Pescara poteva passare in vantaggio al primo minuto, quando Sforzini si è trovato solo davanti a Stekelenburg perché Torosidis aveva sbagliato di alcuni metri la tattica del fuorigioco. Il centravanti ha sparato in curva, ma era già un segnale chiaro. Così come la doppia indecisione di Stekelenburg prima su tiro di Zanon e poi di Cascione: nel primo caso se l’è cavata senza danno, nel secondo ha innescato il tap-in di Caprari che ha segnato il gol dell’ex. Da quel momento, come è logico contro una squadra praticamente già retrocessa, la Roma ha attaccato a testa bassa. Tanto che, nel finale, Andreazzoli aveva in campo 5 punte: Destro, Osvaldo, Totti, Lamela e Nico Lopez. Tutto per agguantare un gol (Destro in mischia) e un misero punticino.

OCCASIONE FALLITA – Per chi sa consolarsi con poco quel punto basta a superare la Lazio in classifica. Per chi vuole analizzare le squadre e i gruppi, invece, non c’è alcun motivo di soddisfazione. Era l’ennesima occasione per dimostrare maturità – ancor più che per risalire in classifica – ed è stata clamorosamente fallita. «E’ una squadra con una malattia endemica», ha detto il d.s. Sabatini. Possibile che sia stata contagiata da una società che ha cambiato tre allenatori in due anni e che ne sta cercando un quarto per la prossima stagione.

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