Flop, polemiche, costi. Roma, la rivoluzione partirà dai senatori

Se Pellegrini e El Shaarawy aspettano di parlare con la società per chiarire il proprio futuro, ma non sembrano avere voglia di andar via, così come capitan Florenzi, i famosi tre senatori citati nell’articolo di ieri da La Repubblica, sembrano non aver più voglia di vestire giallorosso. E la Roma, dal canto suo, li considera tutto tranne che imprescindibili. Dzeko è ai saluti, Manolas anche, ma chi conosce bene il greco dice che, col suo carattere particolare, non è escluso che cambi idea all’ultimo minuto, come fece due anni fa. Stesso discorso per Kolarov: il serbo ha ancora un anno di contratto e con la Roma potrebbe rescindere, in modo da trovarsi una squadra e far risparmiare alla società l’ingaggio da 5 milioni lordi, ma non ha ancora preso una decisione definitiva.

Situazione più complicata, quella di Pastore. L’argentino ha altri 4 anni di contratto ad oltre 4 milioni di stipendio, il feeling con la Roma non è mai scattato, per usare un eufemismo, e toccherà al nuovo d.s. trovare una sistemazione più idonea. (…) Più semplice sarà piazzare Olsen: lo svedese ha offerte dalla Premier e dalla Bundesliga. (…) Altro caso spinoso è quello di Nzonzi: il francese campione del mondo, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, vorrebbe restare a Roma almeno un altro anno per giocare titolare e dimostrare le sue qualità. Sarà il nuovo allenatore a decidere se puntare ancora su di lui (…).
Andrà, invece, con ogni probabilità in prestito il croato Coric (…). Il club cercherà di vendere Karsdorp (appena 15 presenze in due anni) (…). In dubbio invece il futuro di Perotti. L’ingaggio da tre milioni netti poi scoraggia le pretendenti. E anche questo, per la Roma, è un problema.

Fonte: Gasport

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