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Tor di Valle, favori e corruzione per le nomine in Campidoglio

(M. Carta – S. Menafra) –  Vacilla l’origine della leggenda del super manager Luca Lanzalone, arrivato a Roma «perché aveva già salvato Livorno». Così la pensa la procura di Roma che ha perquisito e iscritto sul registro degli indagati per concorso in corruzione e traffico di influenze Fabio Serini, presidente dell’Ipa, l’ente di previdenza dei dipendenti comunali, ed ex commissario giudiziale nella procedura per il concordato preventivo dell’Aamps di Livorno, l’azienda dei rifiuti della cittadina toscana. Nei giorni scorsi è stato perquisito anche l’ex Soprintendente, Francesco Prosperetti, accusato di corruzione, che disse sì al nuovo stadio della Roma.

LO SCAMBIO – All’epoca dell’arrivo a Roma di Lanzalone, giunta e maggioranza avevano accreditato la tesi che la scelta fosse caduta sul consulente proprio perché a Livorno era riuscito a salvare l’azienda dei rifiuti (da Livorno sono arrivati anche l’attuale assessore al bilancio Lemmetti e il suo capo staff Lami). Nel decreto di perquisizione disposto dal pm Barbara Zuin due giorni fa, invece, si legge una storia diversa. E cioè che a Livorno, Serini sarebbe stato corrotto per esercitare le sue funzioni di commissario dell’azienda rifiuti e nominare proprio Lanzalone nella procedura di concordato della Aamps. In cambio di quella nomina, Lanzalone sarebbe «intervenuto presso il sindaco Virginia Raggi», facendolo nominare commissario straordinario dell’Istituto di previdenza dei dipendenti comunali e «per la proroga di detta nomina alla scadenza annuale». Nel giro di favori reciproci Serini ha poi ricambiato l’amicizia, dando almeno due incarichi allo studio di Lanzalone e, in particolare, al suo socio Luciano Costantini.

CONSULENZA IPA – Negli atti acquisiti nei mesi scorsi dalla procura di Roma, e in particolare dopo la retata che a giugno ha portato all’arresto anche del costruttore Luca Parnasi, accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, per i fatti legati allo stadio di Tor di Valle, era già emerso qualcosa a proposito dei rapporti tra Lanzalone e Serini. Era noto che l’Ipa aveva dato una consulenza da 11.562 euro per la redazione di un parere legale «relativo alla corretta applicazione del contratto per il servizio erogazione prestiti in favore degli iscritti» a nome dello studio Lanzalone & partners. Nelle intercettazioni, il commercialista ammette anche di essere stato lui a segnalare il nome di Serini al sindaco: «Quando lei mi ha chiesto un nominativo per una persona da mandare lì, ho segnalato il tuo, perché ti ritengo una persona capace», dice proprio all’amico. E quindi racconta al suo socio Luciano Costantini che il commissario si sarebbe anche lamentato: «Mi fa tutto un panegirico, invece, sul discorso dell’Ipa… che adesso lui, insomma, gli sembra di essere poco remunerato». Richieste insistenti, tanto che Lanzalone si sarebbe poi raccomandato di parlarne direttamente col sindaco. A verbale, la stessa Raggi ha ammesso sempre a giugno quanto si fidava delle indicazioni del commercialista: «Fu lui a prospettarmi la nomina di Giampaoletti come dg del Comune e di Serini all’Ipa (la cassa di previdenza dei dipendenti del Campidoglio ndr). Rivedendo gli articoli di stampa questi giorni mi è venuto in mente che si è occupato anche di altri dossier, abbiamo parlato di Atac». 

IL SOPRINTENDENTE – Sempre nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo investigativo hanno perquisito anche l’abitazione di Francesco Prosperetti, ex Soprintendente della Capitale, nell’ambito della inchiesta della procura sul nuovo stadio della Roma. Prosperetti è indagato dall’estate scorsa per induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo la procura avrebbe sollecitato l’imprenditore Luca Parnasi, attraverso i collaboratori Luca Caporilli e Simone Contasta, al fine di fare attribuire ad un suo amico architetto un incarico professionale «di progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell’ex ippodromo», per un importo complessivo di 200mila euro. Il denaro in oggetto, secondo l’ipotesi degli inquirenti, era «l’adempimento necessario per richiedere l’archiviazione della proposta di apposizione del vincolo» paesaggistico.

Fonte: il messaggero

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