Il Messaggero Roma, un tris da Champions

esultanza Manolas

(U. Trani) Adesso, cioè martedì sera, la Champions: la Roma non fa la stupida, dando la priorità al campionato, supera il Torino (3-0) e si tiene stretto il 3° posto che vale per il presente e per il futuro. Obiettivo, dunque, centrato ritrovando il successo all’Olimpico, dove ha raccolto gli stessi punti che in trasferta (28), giocando però nella Capitale 2 gare in più. La prestazione è ancora a metà: i giallorossi hanno scelto la ripresa per andare a dama. Mezza prova non basterà, però, nel ritorno degli ottavi contro lo Shakhtar che si presenta qui in vantaggio (2-1 all’andata).

ALTO RISCHIO – Il ricordo di Astori si prende l’Olimpico, con le immagini del giocatore in giallorosso riprodotte sui maxischermi, accompagnate dai cori del pubblico, e le note delle canzone Le Rondini di Dalla durante il minuto di silenzio con i protagonisti abbracciati e mischiati al centro del campo (sulle maglie patch commemorativa con la scritta Ciao Davide). Dalla commozione all’agonismo, in pochi secondi. La Roma e il Torino, schierate a specchio con il 4-3-3, non si comportano però allo stesso modo. Di Francesco non smentisce quanto detto alla vigilia: guardo alla zona Champions e non ancora alla partita contro lo Shakhtar. Confermata, dunque, la mini rotazione, limitata a 3 cambi dopo il successo del San Paolo: Jesus e Schick per sostituire gli squalificati Fazio e Dzeko, ai quali ha aggiunto El Shaarawy per Perotti. Mazzarri, invece, ha meno scelta, dovendo contare addirittura 6 assenti: Burdisso, Obi, Ljajic, Lyanco, Molinaro, Bonifazi. I granata, almeno nel primo tempo, sembrano interpretare meglio lo spartito. Sono svelti ad abbassarsi, sistemandosi con il 4-1-4-1, solido per il sacrificio di Iago Falque e Berenguer, e soprattutto, con Rincon a schermare la difesa, sono meno lunghi dei giallorossi che, frenetici nell’impostazione e lenti in copertura, diventano vulnerabili ad ogni ripartenza. Davanti Schick fatica a incidere, sia nella finalizzazione che nella manovra. Più intraprendente Under. Ma decisivi sono Manolas e soprattutto Alisson: merito loro se all’intervallo il punteggio è ancora sullo 0-0. Il difensore salva su Belotti e soprattutto il portiere su Iago Falque e Acquah, interventi che certificheranno il 15° clean sheet stagionale (12° in campionato).

TESTA A POSTO – La Roma, però, non è quella che ha umiliato il Napoli. Non recita da squadra. Come fa, invece, il Torino nei primi 45 minuti, spavaldo e al tempo stesso equilibrato. La ripresa dei giallorossi, nell’interpretazione, è migliore. L’aggressività è finalmente di gruppo e non più individuale. Under si accende a destra e trova la collaborazione di Florenzi, preciso quando pennella il cross per il colpo di testa di Manolas che firma il vantaggio e si inginocchia davanti alla panchina di Di Francesco, con gli indici puntati al cielo, per dedicare la rete ad Astori. E’ la svolta. Mentalmente la Roma si sblocca. Sirigu respinge su Kolarov, liberato da Schick. Mazzarri interviene, ma non riesce a evitare il primo ko contro il collega: Niang, con la maschera, per Iago Falque e a seguire Barreca per De Silvestri ed Edera per Acquah. Florenzi spreca su appoggio di Nainggolan che, di testa, consegna poi la palla del bis a De Rossi che festeggia il 1° gol stagionale (l’ultimo il 28 maggio al Genoa) nella settimana per lui più angosciante. Turnover in corsa: Gerson per Under, Pellegrini per De Rossi e Gonalons per Strootman. Il 3 a 0, nel recupero, è di Pellegrini, ancora su appoggio di Nainggolan. I giocatori restano in campo e ricevono la carica della Sud per la Champions.

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