Lacrime e applausi, il crollo del Napoli è un melodramma

(F. Bocca) – Il Napoli quasi non ci credeva quando è uscito tra gli applausi affettuosi del San Paolo. Poteva essere una grande serata e invece si ritrova ora con la Juvevirtualmente prima in classifica. Mentre a Roma la rivale, poco prima, aveva giocato una partita essenziale ai limiti del brutto con un gol in extremis, Napoli- Roma è finita addirittura con 6 gol, ma in cui la squadra di Sarri ha pagato il prezzo più alto. Nessuno si sarebbe mai aspettato una Roma così trasformata, con Dzeko imperioso e Di Francesco a cogliere una vittoria preziosa che scaccia via i dubbi su di lui e mette in angoscia forte Sarri. Del resto il Napoli correva a mille all’ora, e dopo dieci vittorie consecutive in campionato ci stava pure inciampare così. Un anno fa il 4 marzo il Napoli vinse all’Olimpico e di fatto escluse la Roma dalla lotta scudetto, adesso la Roma ha indirettamente fatto un favore enorme alla Juve.

Come succedeva un tempo con le radioline su Tutto il calcio minuto per minuto e oggi con Facebook sullo smartphone, alle 19.55 lo stadio aveva già cominciato ad esultare per lo 0- 0 della Juve. S’alzavano cori e s’accendevano i telefonini come ai concerti, per poi rimanere di sasso di fronte al sadismo vincente della Juve e di Dybala. Uno shock che lo stadio ha scacciato tifando ancor più forte per il Napoli e accendendo uno scontro partito subito a mille. Nel breve spazio di un minuto Insigne e Ünder, i due più talentuosi fantasisti, si erano già scambiati una scarica d’assaggio. Prima il gol di Insigne, una botta forte da posizione centrale, su imbeccata di Mario Rui infilatosi nei vuoti lasciati da Florenzi. E immediatamente dopo la risposta del solito maghetto Cengiz Ünder ( sesto gol in sei partite), il cui tiro si è impennato come un pallonetto per la deviazione di Mario Rui rendendo la parata impossibile a Reina.
S’avvertiva per il Napoli il presentimento di una serata strana. Prima del gol di Dybala era arrivata la notizia che Hamsik non ce l’avrebbe fatta, e che l’influenza l’avrebbe relegato in panchina, dovendo così ricorrere a Zielinski. E Hamsik per il Napoli è assai di più di un grande centrocampista, è il pilastro dell’ideologia sarriana, addirittura un amuleto. Per di più Insigne e Mertens o mancavano di poco la mira, oppure il solito Alisson si produceva nelle sue parate spettacolari. E proprio mentre sul San Paolo la luna piena squarciava le nubi addirittura arrivava la mazzata del gol di Edin Dzeko, riemerso da un lungo letargo invernale. L’inzuccata poderosa su cross di Florenzi, a sovrastare il povero Albiol, era talmente potente da lasciare di sasso il Napoli, mandarlo in svantaggio e disorientarlo parecchio. Tanto da far sollevare dalla panchina un Sarri rabbioso e preoccupato. Insigne ci ha provato in tutti i modi, sentendo la responsabilità del Napoli sulle spalle. Sarri si giocava anche l’amuleto Hamsik, ma mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti una Roma così concentrata, lucida, il più possibile chiusa davanti ad Alisson e con Fazio, Manolas pronti anche a usare le maniere forti e a fare la faccia truce di fronte agli avversari.
Scomposto dalla fretta e dall’ansia il Napoli ha incassato così prima il terzo gol – Dzekoimplacabile ha ritrovato a Napoli l’ispirazione e la forza – e addirittura il quarto gol di Perotti. Fin troppo facile perché messo a segno ormai in un Napoli sbandato e impaurito. Mentre Dybala a tempo scaduto aveva segnato un gol pesantissimo, Mertens a tempo scaduto avrebbe messo dentro solo un gol inutile per un 2- 4 scioccante. Si era capito subito che fosse una serata maledetta.
Fonte: la repubblica
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