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Gazzetta dello Sport Un K.O. tira l’altro

Florenzi

Andrea Conti, a pensarci bene, è stato pure fortunato: il ginocchio sinistro, operato a settembre per la ricostruzione del legamento crociato anteriore, ha subito «solo» una distorsione.

Ad altri è andata peggio, vagando per i database degli ultimi mesi troviamo Perin, Florenzi, Milik, Ghoulam, il giovane terzino della Roma Luca Pellegrini. La serie infinita ha spinto molti addetti ai lavori a chiedere analisi approfondite sul tema. Per dirne una: Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, tempo fa disse: «Non credo alla casualità, stiamo lavorando per trovare delle soluzioni. Credo sia necessario approfondire il tema della prevenzione».

Il punto di partenza, sul quale la comunità scientifica è d’accordo, è che il dito non va puntato sulla chirurgia di settore, che ha fatto passi in avanti da gigante negli ultimi anni. Salvo rarissimi casi – leggi il romanista Strootman – non è intorno all’operazione che vanno riscontrati i problemi. Il focus – scrive la Gazzetta dello Sport è necessario su quello che avviene successivamente, intorno all’atleta.

Il processo di recupero è troppo spesso frammentato e solo nella primissima fase è direttamente seguita dall’ortopedico che ha eseguito l’intervento. Moltissimi studi scientifici internazionali evidenziano come il processo riabilitativo sia troppo spesso accelerato. Il caso di Florenzi è emblematico: nel febbraio 2017 si fece nuovamente male mentre si allenava a Trigoria tre mesi e mezzo dopo la prima rottura del crociato anteriore.  A leggere gli studi dell’australiano Bu Balalla, «il legamento ricostruito dopo 3 mesi ha la stessa resistenza del vecchio», ma questo non giustifica un rientro in campo se è vero che, secondo la stessa pubblicazione del 2016, c’è una fase di down intorno al 4°-5° mese, per tornare ai livelli resistenza del vecchio legamento non prima dei 6 mesi: «Dopo 6 mesi l’atleta può tornare a lavorare con i compagni, ma solo per gli sport di non contatto. Il totale ritorno si ha tra i 9 e i 12 mesi». Rispettare i tempi, in pratica, abbassa il livello di rischio di ricadute e di complicanze, leggi lesioni muscolari.

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