Stadio Roma, Baldissoni: “Speriamo di aprire nel 2021. Con l’ok delle istituzioni via ai lavori nel…”

Oggi pomeriggio il Direttore Generale della Roma Mauro Baldissoni è intervenuto al 32esimo convegno dei giovani di Confindustria a Capri.

Il DG giallorosso, chiamato a partecipare in un intervento insieme al Ministro per lo Sport Luca Lotti, è stato interpellato su diversi argomenti.

Di seguito una sintesi delle sue parole.

Il calcio italiano ha visto negli ultimi anni un calo degli spettatori…

“Riscontriamo un calo di spettatori, è vero. Partecipare una volta significava esserci ed andare a cantare, oggi nel mondo partecipare significa essere protagonisti con un second screen, essere parte dell’evento. Il denaro del futuro arriverà da altri soggetti, non solo dai diritti tv. Facebook ha investito di recente 600 milioni di euro nel cricket. Noi esportiamo la Serie A a livello mondiale, ma la Lega ha valore se le partite a loro volta vengono viste, quindi trasmesse. Ora vengono preferite altre leghe. Anziché Roma-Inter, negli Usa trasmettono Villarreal-Sporting Gijon. Tra i fattori c’è anche quello degli stadi italiani, evidentemente vengono preferite le partite a seconda dello spettacolo offerto nelle migliori infrastrutture. Si trasmettono gli eventi che generano emozioni ed interesse”.

Ci dà un aggiornamento sulle tempistiche del nuovo stadio? Se oggi aveste il via libera, quando potrebbe essere inaugurato?

“Se arrivasse il via libera oggi o comunque in pochissimi giorni, i lavori partirebbero entro il primo quadrimestre del prossimo anno. Significherebbe aprire l’impianto nella stagione 2020-21. Un piccolo ritardo nel processo autorizzativo potrebbe anche comportare lo slittamento di una stagione, con danni incalcolabili”.

Perché la Serie A ha perso appeal?

“Da un punto di vista tecnico non è vero, non abbiamo nulla in meno delle altre leghe, basti pensare che la Juve ha disputato due finali di Champions negli ultimi anni. Mancano infrastrutture e organizzazione, ovvero capacità di commercializzare il prodotto. La nostra concorrenza si estende oltre i confini, sommare i brand migliori e creare una lega europea separata porterebbe più ricavi, certo si perderebbe qualcosa dal punto di vista delle emozioni, del confronto campanilistico, non so se le realtà si possono coniugare”.

Ci racconta qualcosa del Pallotta privato? Che presidente è?

“Pallotta ha avuto un enorme successo personale, anche nello sport lo ha già avuto negli Usa comprando con alcuni soci i Boston Celtics diversi anni fa. È un presidente che si entusiasma e soffre molto. Vede le partite della Roma camminando su e giù per casa, non riesce a stare seduto, anche all’Olimpico non si siede mai”.

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