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Il Messaggero «Fate come vi pare»

(R. Salvi) Un mese fa esatto, il 26 luglio, Luciano Spalletti avrà senz’altro sorriso. Quel giorno al sorteggio dei calendari, il destino aveva deciso che sarebbe tornato all’Olimpico, da avversario contro la Roma, alla seconda giornata di campionato, alla prima in casa per la sua ex squadra. Ed eccoci qui. Già, il tempo vola. Il tecnico di Certaldo non può (non vuole) dimenticare il passato: successi, sconfitte, litigi, polemiche, riconciliazioni. C’è questo nel «suo amore da distribuire». Stasera non potrà non pensare alle 297 panchine giallorosse, fatte anche di tante belle storie: «Roma non mi è indifferente, ci torno con tutto l’entusiasmo possibile. Poi, possono accogliermi come vogliono». All’Olimpico non ci saranno festeggiamenti e applausi. Spalletti lo sa, ma non vuole dimenticare la sua esperienza a Trigoria: «Il mio ritorno lo immagino per come l’ho vissuto. Ho voluto bene a quel gruppo di giocatori, ho avuto un rapporto professionale di altissimo livello».

RAPPORTO CON TOTTI I tifosi non gli hanno perdonato il trattamento riservato a Francesco Totti, simbolo di una città intera. Se nei primi 4 anni (2005-2009), Spalletti gli aveva calzato addosso un nuovo ruolo, non si può dire lo stesso negli ultimi campionati. Il capitano, ora dirigente in giacca e cravatta, è stato più volte relegato da lui in panchina, anche se in più occasioni, una volta entrato in campo, ha salvato la Roma: «Se incontro Francesco, sarei ben contento di abbracciarlo, tra me e lui non c’è nessun conto in sospeso. Da parte mia è così. L’ho visto sorridente durante il sorteggio Champions a Montecarlo. Spero faccia ciò che voleva fare, ne sarei contento. Poi, io ho il mio amore da distribuire e per lui ce n’è. Ho ricevuto molta qualità da Francesco, mi ha fatto vivere partite splendide, ha segnato gol da falso nueve di grande qualità. Non ho problemi di alcun genere con lui, sono tranquillissimo. Io ormai alleno l’Inter e ho un vero nueve e lo alleno con piacere, mi riempie tutti gli spazi di pensiero». Poi, ancora sulla Roma: «Se firmo di ottenere qui all’Inter gli stessi risultati di Roma? Non firmo nulla, non metto limiti né pongo paletti che possono essere smentiti dal lavoro dei ragazzi. Ho fiducia in loro, hanno potenzialità importanti e lo sapevo anche prima. Ho a disposizione le mie stelle, qualcuna va un po’ rispolverata e di conseguenza si va a giocare come si è fatto anche in estate, quando si è visto che non ci siamo nascosti dietro ai cartelloni pubblicitari. Questa deve essere la nostra storia. Poi, nella Capitale ho avuto tanti grandi calciatori. La Roma ha un motore e una scocca forte: ha Manolas, Strootman, De Rossi, Nainggolan, Dzeko, Perotti, Alisson. Dicono siano in difficoltà col terzino destro. Lo sceglierei volentieri e metterei Florenzi per l’affetto che nutro per lui, lo rivedrei in campo come avversario, è bene che giochino quelli forti. Inoltre, c’è Emerson che per tanti doveva fare il parcheggiatore a Trigoria e invece finirà in Nazionale perché è fortissimo. Noi dobbiamo diventare come loro».

MERCATOUn primo round si sta giocando su Schick, a lungo obiettivo dell’Inter in questo mercato spericolato: «Se sono deluso? Assolutamente no, l’Inter ha già i suoi campioni. Io sono felice di lavorare con questi giocatori, mi hanno fatto vedere di che pasta sono fatti».

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