Roma, due sberle che fanno male. Spalletti: «Mi aspetto una reazione»

(G.Piacentini) La Roma non perdeva con due gol di scarto dalla gara col Torino (3-1) del 25 settembre scorso. Basterebbe questo dato per rendere l’idea di quanto la formazione giallorossa abbia sofferto ieri sera nella semifinale di andata di Coppa Italia contro la Lazio, che non vinceva un derby dal 26 maggio del 2013, che assegnò il trofeo ai biancocelesti.

Adesso per gli uomini di Spalletti, che prima di ieri sera erano rimasti senza segnare solamente sei volte in stagione (Porto, Fiorentina, Empoli, Astra Giurgiu, Juventus e Villarreal), ci vorrà una vera e propria impresa nel ritorno ad aprile per ribaltare il 2-0 subito ieri sera e conquistare l’accesso alla finale. Per Luciano Spalletti è il primo derby perso nella sua seconda esperienza romanista, dopo il 4-1 del passato campionato e il 2-0 del 4 dicembre scorso. Una sconfitta inattesa non tanto per il risultato (netto) in favore dei biancocelesti, ma per il modo in cui è arrivata: della Roma brillante che domenica scorsa aveva espugnato San Siro vincendo 3-1 contro l’Inter, si è visto ben poco.

Troppi i giocatori sotto tono, da Fazio e Ruediger (fischi e ululati razzisti per lui ad ogni tocco di palla da parte della tifoseria biancoceleste), fino a Paredes, Salah e Bruno Peres, che ha perso il duello sulla fascia con Lukaku. Gli unici a guadagnare la sufficienza sono stati Alisson, che ha evitato un passivo maggiore con un paio di interventi decisivi, e Manolas, che ha passato una serata complicata ad inseguire Immobile, Felipe Anderson e Keita senza un grande sostegno da parte di compagni di reparto.

«Nelle prossime partite vedremo gli strascichi di questa sconfitta – spiega Spallettti -. Ultimamente abbiamo dimostrato di essere una squadra matura, per cui ora dalla reazione vedremo se siamo maturi davvero. È una sconfitta che dà fastidio, dobbiamo ribaltare un risultato difficile. Dovremo fare attenzione, loro hanno qualità e noi dovremo essere più bravi ma è un risultato assolutamente ribaltabile». «I complimenti – continua il tecnico – non ci hanno fatto male, non abbiamo sbagliato l’approccio alla partita, forse dovevamo gestire un po’ di più la palla per non lasciare spazio alle loro ripartenze. Abbiamo avuto più possesso palla, ma non lo abbiamo gestito».

fonte: Il Corriere della Sera

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