Il Messaggero Roma, derby in extremis

(U. Trani) Totti, su rigore e al fotofinish, spinge avanti la Roma. Che, rischiando la nuova figuraccia contro una formazione di B (nella scorsa edizione fuori, ai rigori, nell’ottavo, contro lo Spezia), fa solo il minimo indispensabile ed elimina il Cesena (2-1). La qualificazione porta in dote la doppia semifinale contro la Lazio, con 3 derby nei prossimi 2 mesi. Il primo appuntamento il 1° marzo, gara d’andata in Coppa Italia, e l’ultimo il 30 aprile, match di ritorno in campionato. In mezzo quello del 5 aprile, ritorno di Coppa. I giallorossi, dunque, faticano e soffrono più del previsto, ma non sbagliano la partenza nel ciclo terribile, 7 gare in 26 giorni di febbraio, e restano in corsa su tre fronti. E confermano l’ottimo trend in casa: è il 15° successo stagionale in 17 partite giocate sotto la collina di Monte Mario. Proprio gli impegni ravvicinati incidono sulle scelte iniziali di Spalletti. Che, per riportare la Roma in semifinale dopo 3 anni (l’ultima volta con Garcia nel 2014), decide di varare il turnover extralarge. Dalla Sampdoria al Cesena sono 7 le novità nella formazione di partenza: Alisson, Manolas, Juan Jesus, Mario Rui, Paredes, El Shaarawy e Totti. Probabilmente troppe, a vedere la recita sciatta della prima parte, in cui l’assetto diventa subito vulnerabile per le gaffe dei singoli che spesso sbagliano a trovare la posizione in campo e non sono lucidi nella circolazione del pallone. Perotti si arrende presto: flessore destro. Dentro Dzeko per la modifica del sistema di gioco: dal 3-4-3, con Peres e Mario Rui sulle fasce e con Perotti ed El Shaarawy larghi nel tridente in cui il capitano fa il falso nueve, al 4-2-3-1, con Peres alto a destra e Totti trequartista dietro al centravanti. Il protagonista, però, è Alisson che, salvato dal palo (esterno) sul tocco ravvicinato di Konè, diventa decisivo davanti a Rodriguez che si avvicina al vantaggio di testa e soprattutto di piede, quando Manolas scivola e gli permette di calciare in solitudine.

PUBBLICO SCONTENTO – Il Cesena è terzultimo in B e la gente di conseguenza boccia la prestazione dei giallorossi: fischi al rientro negli spogliatoi. L’Olimpico accoglie poco meno di 30 mila spettatori e la Sud è quasi al completo. La tifoseria c’è, il gioco no. Spalletti interviene durante l’intervallo e riparte nella ripresa inserendo Nainggolan per Juan Jesus. Ecco il 3° modulo della serata, il 4-3-2-1: Peres si abbassa a destra da terzino e Rudiger si accentra, piazzandosi alla sinistra di Manolas, Paredes è il play in mezzo a Strootman e Nainggolan. La Roma alza il ritmo e va all’assalto. Dzeko non sfrutta le prime 2 chance, ma fa centro al 3° tentativo, su appoggio d’esterno di El Shaarawy, lanciato da Nainggolan che ha svegliato i compagni nel secondo tempo. Il centravanti sale a 22 reti (meglio di Batistuta, 21, nel 2001). I giallorossi, però, restano in vantaggio appena 5 minuti. Su cross innocuo di Balzano, Alisson si perde il pallone e Garritano pareggia. A fine recupero, Agliardi atterra Strootman in area e Totti, all’ultimo respiro, trasforma il rigore (il 12° stagionale concesso alla Roma) per la qualificazione, festeggiando sotto la Sud il suo 18° gol in Coppa Italia e il centesimo con Spalletti in panchina.

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