Udinese-Roma, l’analisi: Strootman-Nainggolan duo impressionante. Dzeko torna indietro nel tempo. Totti entra, illumina e consolida

(D.Luciani) – Sarà l’aria buona di Udine, ma al “Friuli” la Roma trova spesso ispirazione. Ai grandi gol di Totti, Nakata, Montella, Bradley e Florenzi, da oggi si affiancherà anche la firma di Radja Nainggolan. Una rete del belga dopo solo dodici minuti sancisce la vittoria giallorossa sull’Udinese di Delneri. Terza vittoria consecutiva dopo la sconfitta con la Juve, seconda in trasferta sempre per 0-1. Sugli scudi ancora il Ninja accompagnato dall’insuperabile Fazio e da Kevin Strootman, tornato autentico stantuffo in grado di cucire costantemente difesa e attacco. Sei palloni recuperati e tre assist, il primo dopo neanche due minuti per Dzeko.

Il bosniaco l’anno scorso segnò ma la partita di oggi dovrà dimenticarla in fretta: un rigore calciato alle stelle e altre tre occasioni fallite, due delle quali molto semplici. Tanto ottimo lavoro di raccordo, un’infinità di movimenti e passaggi perfetti, poi il blackout appena messo piede in area di rigore avversaria. La scarsa vena realizzativa di Dzeko porta la Roma a non infliggere il colpo del k.o. all’Udinese, che resta in partita fino alla fine.

Non basta però ai friulani perché la Roma non è più solo bella, ma è cattiva e solida, nonostante i 5 titolari assenti oggi: Salah, Florenzi, Perotti, De Rossi, Rudiger. Entra in campo e propone venti minuti di dominio assoluto. Dzeko e El Shaarawy falliscono due occasioni nei primi cinque minuti, poi Strootman – ancora una volta sugli scudi, rullo compressore al fianco del geometrico e ordinato Paredes – pennella per la magnifica girata al volo e in corsa di Nainggolan che fulmina Karnezis, 0-1. Quando poi al 17′ Faraoni intercetta in area con la mano un tocco di El Shaarawy, la partita sembra mettersi in discesa. Damato indica il dischetto ma Dzeko non è freddo come Perotti e spara altissimo.

E’ il punto di snodo della partita. Come un pugile massacrato nella prima ripresa, l’Udinese cerca di uscire dall’angolo e ci riesce appoggiandosi sui suoi tre attaccanti che danno fastidio alla Roma quando Thereau e De Paul si spostano dalla fascia al centro. Szczesny compie due ottime parate su un colpo di testa in mischia e su un successivo tiro ravvicinato. Per il resto dovrà solo guidare la difesa, comandata ottimamente da Fazio, insuperabile insieme alle buone prove di Manolas e Juan Jesus. A fine partita, il brasiliano sarà il giocatore col maggior numero di palloni recuperati (7).

Nella ripresa le squadre rientrano mettendo in campo tanta intensità ma, di conseguenza, poco equilibrio e scarsa lucidità: prima la Roma e poi l’Udinese sprecano un paio di contropiedi in superiorità numerica. Delneri inserisce la quarta punta, Spalletti risponde con Totti per El Shaarawy per avere più possesso del pallone e maggiore precisione nell’ultimo passaggio. Neanche un minuto in campo e il capitano mette la palla giusta per il raddoppio: tocco morbido dal limite, pallone scodellato dove i difensori sono in ritardo e il portiere non può uscire. Nainggolan si allunga ma sfiora soltanto. Il secondo assist di Totti è per Dzeko, smarcato ancora davanti a Karnezis. Il colpo di testa finisce clamorosamente largo. L’ultimo duello tra il bosniaco e il portiere greco va a favore di quest’ultimo, bravo a respingere la conclusione dopo l’ennesima splendida rifinitura di Strootman.

Nei minuti finali sale in cattedra l’esperienza di Totti che tiene il pallone lontano dalla metà campo romanista guadagnando una serie di punizioni e rimesse laterali. Il solito enorme frangente di tecnica e generosità del capitano che da solo permette di non soffrire la pressione avversaria.

E’ una vittoria che porta altre ulteriori certezze alla Roma. Solidità (2 gol subiti nelle ultime 6), mentalità vincente e rosa in grado di sopperire ad assenze pesanti. Imporsi a Udine senza 5 titolari non era impresa semplice. La distanza della Juve è momentaneamente ridotta, quella sul Napoli e sulle altre inseguitrici viene tenuta invariata dopo una trasferta più che complicata.

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