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GGR – Gerson, disavventure di un brasiliano a Roma: dalla numero 10 alla mancata cessione al Lille

(Dario Marchetti) – Poche ore alla chiusura del mercato invernale e la Roma sembra dover riabbracciare Gerson Santos da Silva. Fino alle 11 di questa mattina sembrava tutto fatto per il trasferimento al Lille: 5 milioni di prestito oneroso più altri tredici per il diritto di riscatto nel 2018 legato a un determinato numero di presenze. Poi la svolta clamorosa. L’entourage del calciatore e la società francese non hanno trovato l’accordo economico e il brasiliano è costretto a tornare nella Capitale. Questa, però, è solo l’ultima delle tante disavventure, calcistiche e mediatiche, di cui è stato protagonista l’ex Fluminense dal suo primo accostamento in maglia giallorossa nel lontano 2015.

LA CRONISTORIA

5 agosto 2015 – “Noi abbiamo ricevuto una proposta formale dalla Roma, molto buona, e abbiamo ritenuto opportuno accettarla. Gerson e suo padre hanno dato il via libera: abbiamo avvisato il Barça, che non ha esercitato il diritto di prelazione”, con queste parole Peter Siemsen, presidente della Fluminense, ufficializzava la cessione del suo talento migliore. Operazione da circa 19 milioni di euro che fu accolta con stupore dai tifosi, soprattutto in considerazione della giovane età del ragazzo e dell’impossibilità di usarlo nell’immediato.

13 agosto 2015 – A distanza di pochi giorni dalle parole del patron brasiliano, scoppia il primo caso legato a Gerson. Sabatini per convincerlo a vestire la maglia giallorossa fece recapitare, a casa del ragazzo, una maglia con il numero 10 sotto il suo nome. Gesto poco apprezzato dalla tifoseria giallorossa nonostante le spiegazioni fornite dall’ormai ex ds: “Ho deciso io di spedirgli la numero 10, l’ho fatto per stimolarlo”. 

15 agosto 2015 – Come se non bastasse, dopo la lesa maestà nei confronti della maglia vestita da Francesco Totti, emerge un retroscena interessante sulla trattativa tra Gerson e la Roma. Nel contratto del trequartista brasiliano sarebbe stata inserita una clausola in caso di pallone d’oro, oggi impensabile vedendo le prestazioni sul campo.

13 gennaio 2016 – Nel frattempo il talento classe ’97 torna in Brasile. Nel gennaio 2016 fa il suo arrivo trionfale a Fiumicino con la speranza di fermarsi a Trigoria, ma i dirigenti capitolini non sono dello stesso avviso e lo vorrebbero mandare a giocare in prestito per farlo ambientare il più velocemente possibile. Sulle tracce del calciatore ci sono l’Empoli e in particolare il Frosinone. Con il club ciociaro la trattativa non va in porto e il 13 gennaio di quell’anno il presidente dei neopromossi interviene per fare chiarezza sull’operazione: “Sarà difficile, bisogna convincere anche il padre”. Già, lo stesso che poco dopo obbligherà la Roma a un nuovo prestito alla Fluminense fino a giugno quando poi approderà definitivamente alla corte di Luciano Spalletti.

Fine maggio 2016 – Il campionato è volto al termine, la Roma non ha centrato il secondo posto e urge vendere un pezzo pregiato per aggiustare il bilancio. Pjanic sembra l’indiziato principale e così sarà qualche giorno dopo. Baldissoni, però, sembra abbastanza tranquillo facendo intuire come le cessioni siano sempre state fatte e rimpiazzate nel migliore dei modi inserendo nel calderone anche il giovane Gerson: “Ce lo hanno descritto come uno dei migliori profili internazionali sub 20”.

10 luglio 2016 –  “Ho preferito la Roma al Barcellona, sono qui per vincere dei titoli”, queste le parole dell’ex Fluminense il giorno della sua presentazione a Pinzolo.

13 luglio 2016 – I giorni in ritiro passano, ma il mister toscano non sembra convinto dalle potenzialità del calciatore. Per tutto il soggiorno in Trentino gli viene affiancato un traduttore e più volte, durante le doppie sedute tra le montagne della Val Rendena, viene ripreso dal punto di vista atletico e tattico. Nella prima conferenza stampa di stagione, Spalletti lo etichetta con un “E’ bellino a vedersi…”, definizione che lascia intendere come il giocatore non sia pronto come ci si aspettava.

19 ottobre 2016 – Ci vorrà del tempo prima di vederlo in campo. Nelle sue prime uscite viene provato trequartista, ma la svolta sembra arrivare alla vigilia della gara tra Roma e Austria Vienna. “Domani gioca e secondo me può fare il mediano”, così Spalletti lo carica prima della partita di Europa League e in parte viene ripagato con un assist per El Shaarawy.

26 novembre 2016 – I giallorossi hanno necessità di vincere e il giovane brasiliano trova sempre meno spazio. A chi chiede a Spalletti a quale punto sia l’inserimento in squadra di Gerson si sente rispondere in maniera abbastanza ironica: “Lui mi ha detto che vorrebbe provare sulla fascia destra, ma io non lo vedo al posto di Salah o El Shaarawy”.

13 dicembre 2016 – Dopo 5 mesi nella Capitale, quello di Gerson sembra sempre più un flop che un crack di mercato. Sabatini, ormai dimessosi dalla Roma, ne approfitta per difendere un suo vecchio acquisto. “Se non esplode alla Roma lo riprendo quando torno a lavorare”, dice l’ex dirigente umbro, ancora convinto del valore del ragazzo.

17 dicembre 2016 – Intanto Spalletti gli da fiducia nella gara più importante della stagione e nella posizione in cui aveva dichiarato di non vedere Gerson. A Torino contro la Juventus gioca titolare e alto sulla fascia destra. Il disastro è annunciato e a fine gara scatta la crocifissione per l’allenatore, reo di aver preteso troppo da chi, fino a quel momento, aveva disputato a malapena 300 minuti.

31 gennaio 2017 – Dalla gara dello Juventus Stadium non gioca più e Massara sembra aver trovato la giusta soluzione: prestito oneroso con diritto di riscatto nel 2018 in favore del Lille. Il calciatore vola in Francia per le visite mediche, ma oltre a non aver trovato l’accordo economico con il club, non sembra aver gradito le strutture della società di Ligue 1.

Morale della favola: il brasiliano torna a Roma, dove nel frattempo è stato preso Grenier, per  una seconda avventura nella Capitale che non sembra promettergli più minuti di quanti non ne abbia già disputati.

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