Il Messaggero La Roma si piglia il derby

(U. Trani) Il derby, senza mezza cornice e anche con poco spettacolo, se lo prende con autorità la Roma. Che, sempre all’inseguimento della Juve capolista con 4 punti di ritardo, oggi è più squadra della Lazio, presuntuosa e svagata nella fase cruciale del match. Il 2 a 0 dell’Olimpico, con i regali di Wallace e Marchetti a Strootman e Nainggolan, non si discute. Si certifica. Basta contare le occasioni da gol per rendersi conto di quanto il risultato sia giusto e il successo diventi meritato. A concludere nello specchio della porta sono stati solo i giallorossi. Szczesny ha chiuso il pomeriggio senza fare nemmeno un intervento: i biancocelesti, più imprecisi che impotenti, hanno fatto cilecca davanti a lui. La conseguenza è lo stop dopo 9 risultati utili.

PADRONE DI CASA Decimo contro Debuttante: la storia del match è stata scritta dai tecnici. L’esperienza di Spalletti, già 10 di queste sfide, ha pesato sul verdetto. Inzaghi, al suo primo derby, è caduto nella rete che il collega ha sistemato solo alla metà del primo tempo, dopo aver preso atto delle criticità della Roma. Fino a quel momento, meglio la Lazio. Brillante, propositiva e intraprendente. Mai pericolosa, però. Il 4-3-2-1 giallorosso, con Peres e Perotti dietro a Dzeko, Nainggolan riportato più dietro ed Emerson a sinistra che, in fase di possesso palla, si è sempre alzato oltre la linea di centrocampo, è sembrato all’allenatore poco equilibrato e di sicuro vulnerabile. Immobile è piombato due volte in area e ha sparato in curva. Il lavoro di Basta, Lulic e Parolo, anche senza la collaborazione di Felipe Anderson e Keita, ha infastidito i giallorossi, incapaci di ripartire. Di qui il passaggio al 4-1-4-1, con le fasce presidiate da Peres e Perotti. E con i terzini, quindi, mai abbandonati a loro stessi: Ruediger ed Emerson, schermati da De Rossi e assistiti da Manolas, hanno tolto ogni speranza agli attaccanti biancocelesti. La svolta è stata lì, anche perché Nainggolan, il migliore per distacco, si è divorato Biglia. Inzaghi non è riuscito a replicare e Spalletti è andato a dama, conquistando l’8° successo consecutivo all’Olimpico in questo campionato (11 contando anche gli ultimi 3 dello scorso) che è anche il 4° derby di fila vinto dalla Roma. Che, ancora con il miglior attacco della serie A (35 reti), è riuscita anche a non prendere gol: è accaduto solo in 5 gare su 15. La solidità ritrovata andrà confermata nei prossimi 2 scontri diretti: lunedì all’Olimpico si presenta il Milan secondo, sabato 17 dicembre appuntamento allo Stadium per sfidare la Juve prima.

NATALE ANTICIPATO Dzeko, dopo l’intervallo, ha sprecato di testa 2 chance. Ai regali per le feste ha, dunque, pensato la Lazio che, pur rimanendo al 4° posto, adesso è più lontana dal podio per la Champions. Wallace si è specchiato nella sua spocchia al limite dell’area. Strootman, da poco spostato sul centro-sinistra, gli ha rubato palla e ha scucchiaiato, per il vantaggio, alle spalle di Marchetti. Che, poi, ha usato la moviola sul destro di Nainggolan (3° gol da fuori area, su 35, dei giallorossi) e subìto il raddoppio. Inzaghi ha aspettato di essere sotto di 2 reti per intervenire. Così Patric per Basta e Lombardi per Biglia sono diventate le mosse a vuoto di fine giornata. Il 4-2-4, con Keita accanto a Immobile e con Felipe Anderson a sinistra, non ha prodotto occasioni. Dentro anche Kishna per Keita. Spalletti, a conferma di quanto la situazione fosse sotto controllo, ha messo Juan Jesus per Peres solo nel recupero concesso da Banti. Che, nel primo tempo, è stato spinto all’errore, risultato poi ininfluente, da Calvarese. L’addizionale gli ha consigliato la punizione per l’entrata di Biglia su Peres. L’arbitro, facendo continuare, aveva visto meglio del collaboratore. Il fallo, se ci fosse stato, avrebbe chiamato il rigore. Severa, dopo la rete di Strootman, l’espulsione del panchinaro Cataldi (tiratina di maglia all’olandese dopo schizzetto d’acqua). Inutile la rissa: spintarelle per (e di) tutti.

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