Il Messaggero Peres c’è e Salah scalpita, Totti resta a casa

(G. Lengua) Luciano Spalletti ritrova le sue frecce: Salah e Peres hanno recuperato e questa sera saranno presenti allo Stadium per la gara contro i bianconeri. Ce la fa anche Vermaelen colpito da un’influenza che lo tenuto a riposo per due giorni, mentre ha dato forfait Totti: il virus intestinale non lo ha lasciato in pace costringendolo a saltare il big match di Torino. Prevedibile invece il forfeit di Paredes, che anche ieri non si è allenato. Ora rischia di tornare con il nuovo anno. Il tecnico tra giovedì e ieri ha fatto le ultime prove di formazione: la speranza è far partire l’egiziano titolare, gli ultimi due allenamenti sono stati determinanti per dimostrare a Lucio che il problema alla caviglia è alle spalle. Partitelle, contrasti e tiri in porta hanno ridato a Salah il sorriso e la voglia combattere contro Higuain e compagni, ma non va sottovalutata una piccola percentuale di ricaduta. Per questo potrebbe partire dal primo minuto El Shaarawy in linea con Perotti e Nainggolan, la prima punta sarà Dzeko. Comporranno la difesa Ruediger, Manolas e Fazio con Emerson Palmieri libero di avanzare, a centrocampo la coppia De Rossi e Strootman.

IL CAPITANO OLTREOCEANO Campione mondiale, amato e incensato a furor di popolo, Francesco Totti ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento e questa volta dal New York Times, che nella sua edizione cartacea ha titolato «A Roman to the Core and the Core of Roma», aggiungendo che: «Come capitano della Roma eterna non è tanto inciso sulle pareti della sua città quanto nella sua pelle, fino all’anima». Il numero 10 ha rilasciato anche un’intervista al quotidiano americano: «Il mio è un amore per il calcio, ma anche per la Roma. Ho sposato entrambe le cose. Ho 40 anni e numericamente me li sento, ma fisicamente no. Continuerò a giocare finché mi divertirò». Sul suo futuro il capitano della Roma ribadisce che non è scontato il suo ritiro a fine stagione: «Non ci sto pensando, non so cosa farò. Ma so che sarà un’altra vita, un altro mondo. Mi piacerebbe che nel settore giovanile ci fosse qualcuno pronto a fare quello che ho fatto io o che sta facendo De Rossi, ma nel calcio moderno, purtroppo, è difficile». Francesco è nostalgico di un calcio che non c’è più, quello dei campioni che affollavano gli stadi italiani: «Prima era più tattico e ora è più fisico, lo preferivo quando c’erano più tecnica e calma. Per me, questo è il calcio. Il calcio è tecnica e mente».

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