L’ANALISI di A.VIENNA-ROMA 2-4 Dzeko a mitra spianato. De Rossi comanda, difende e segna. Roma bella ma sempre sbilanciata

Dzeko e El Shaarawy
Dzeko e El Shaarawy

(D.Luciani) – La Roma passa a Vienna e compie un deciso passo in avanti nella qualificazione alla fase a scontri diretti dell’Europa League con un 4-2 utile e prezioso, arrivato in una gara affrontata in emergenza totale in difesa (fuori Florenzi, Manolas, Fazio, Vermaelen, Mario Rui, E.Palmieri). Un successo che porta la firma di un infaticabile Edin Dzeko, autore della doppietta che riprende l’Austria Vienna per poi stenderlo nel secondo tempo. In mezzo la firma di Daniele De Rossi, capitano-comandante della truppa spallettiana dal centro della difesa. Con i dovuti parametri e il dovutissimo rispetto, in quella posizione ai tifosi non può non ricordare Agostino Di Bartolomei. I conti li ha chiusi Nainggolan, finalmente tornato ai suoi livelli, con una zampata in mischia. Un 4-2 che interrompe il digiuno europeo di vittorie in trasferta risalente a Feyenoord-Roma (26 febbraio 2015), 616 giorno dopo. Oggi come allora, da Garcia a Spalletti, la difesa continua a prendere gol.

Stavolta lo spavento per una brutta serata arriva dopo 90 secondi. Palla persa in uscita da un disimpegno basso, Juan Jesus viene infilato in velocità da Venuto, cross radente sul quale Alisson in uscita bassa e Ruediger in scivolata si spaventano a vicenda e il più che fastidioso Kayode che mette in porta nonostante il recupero di Bruno Peres, 0-1. L’esterno brasiliano ha ricaricato il turbo e, con Martischenko preoccupato da Perotti, ha subito la possibilità di sgasare. Per gli austriaci non c’è neanche il tempo di esultare: cross di Peres e Dzeko ha già battuta Hadzikic, 1-1 al 4′ di gioco. 

Kayode e De Rossi non se le mandano a dire: il nigeriano al 6′ affonda una gomitata e prende un giallo. De Rossi si “vendica” al 10′ con un doppio calcione alle ginocchia, altro giallo. Il capitano romanista però completa la vendetta ponendo in prima persona la firma sul gol del vantaggio: angolo di Paredes, stacco di Dzeko respinto da Martschinko sulla linea, scontro con Hadzikic e palla facile facile da spingere dentro per De Rossi1-2. Gol n°11 in Europa con la Roma.

L’Austria Vienna non dà l’impressione di avere molte idee oltre al continuo uno-contro-uno di Venuto su Juan Jesus. L’ex Inter prende le misure al furetto connazionale, uscendo spesso vincitore dai ripetuti duelli. Alisson non compie parate nel primo tempo ma la Roma dà sempre l’impressione di essere in equilibrio sulle uova con i quattro elementi offensivi che aiutano poco il filtro di Paredes e Strootman. L’olandese e Ruediger si beccano due gialli nel primo tempo per altrettanti falli tattici, ben spesi ma che potrebbero risultare pesanti contro avversari di fattura più elevata.

Al rientro dagli spogliatoi i padroni di casa sembrano fin troppo convinti di rimontare di nuovo, la Roma va negli spazi che è un piacere. In 5 minuti El Shaarawy mette due palloni d’oro per Dzeko che non c’arriva sempre per poco. Paredes regala un cioccolatino a Perotti ma l’ex Genoa lo tira addosso al portiere. Buon rientro del n°8 romanista, il suo estro e il suo cambio di passo sono una risorsa inestimabile per Spalletti. Al 20′ della ripresa ecco la doppietta di Dzeko al termine di un’azione a quattro tocchi, partita da un’uscita di Alisson: ripartenza di Strootman, apertura per El Shaarawy che disegna l’assist perfetto per il centravanti. Palo sul primo tocco al volo e poi tap-in comodo per il gol n° 12 in stagione, 1-3.

Spalletti concede 20 minuti a Gerson, risparmiandoli a El Shaarawy e tenendosi Salah fresco per domenica. E’ il cambio che dà più equilibrio alla Roma, in palleggio libero di fronte ad un Austria Vienna provato dalle fatiche di campionato. Dopo sette risultati utili cade la squadra di Fink, infilzata da Nainggolan su una punizione di Paredes respinta corta dalla difesa. I minuti finali sembrano di controllo ma con la Roma c’è sempre tempo e gloria per un bel gol avversario. Stavolta dall’urna esce il nome di Grunwald che all’89’ batte Alisson con un bel sinistro dal limite. E’ il 2-4 finale con la piccola nota amara per il mancato ingresso di Eros De Santis. Era pronto ad entrare e lo avrebbe meritato anche qualche minuto prima: sarebbe stata la ciliegina sulla torta dopo la Supercoppa Primavera alzata venerdì all’Olimpico.

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