LA REPUBBLICA La Roma: “Stadio, meno cubature ma restino le torri”

Veduta dall'alto del progetto stadio
Veduta dall’alto del progetto stadio

(P. Boccacci) Un braccio di ferro duro, giocato all’insegna del fair play. Il secondo vertice in Campidoglio sul nuovo stadio della Roma tra la società, con il dg Baldissoni e il costruttore Luca Parnasi, e gli assessori all’Urbanistica, Paolo Berdini, alla Mobilità, Linda Meleo, e il vicesindaco Daniele Frongia, finisce con l’idea di un’ultima mediazione. Il club accetta di diminuire le cubature, ma non il niet di Berdini, che vuole cancellare con una nuova delibera i 3 grattacieli, facendo ripartire dall’inizio la conferenza dei servizi. «Stiamo valutando tutte le possibilità di migliorare il progetto – dice Baldissoni alla fine – ma sempre con l’unico punto fermo, che deve essere compatibile con il procedimento in corso, che è ovviamente il piano in conferenza dei servizi». Tradotto: possiamo diminuire le cubature delle 3 torri, senza eliminarle, ma solo nel piano approvato dalla precedente giunta. Non con una nuova variante, che faccia sparire tutte le torri.

Frongia è prudente: «Miglioreremo il progetto nell’interesse dei cittadini». Ma Berdini resiste: «Per lo stadio sapete qual è il mio augurio: che si faccia domattina. Lo stadio…». E trova la sponda di Italia Nostra: «La giunta Raggi segua Berdini».

Top