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GAZZETTA DELLO SPORT Strootman già leader nella Roma

Strootman
Strootman

(A. Pugliese) – Nove giorni di ritiro, con l’entusiasmo che si respirava a Pinzolo, in Val Rendena, a fare da contraltare allo scetticismo dilagante in città, a Roma, dove la campagna acquisti giallorossa non viene considerata neanche lontanamente all’altezza di quella dei rivali di sempre, la Juventus. Su questa altalena laRoma archivia la prima parte della sua stagione, in attesa di tornare a lavorare mercoledì, per poi partire sabato prossimo alla volta di Boston, negli Usa, dove andrà in scena la seconda parte del pre-campionato. Vediamo però cosa ha funzionato e cosa meno a Pinzolo.

I PROMOSSI – Tra le note positive c’è sicuramente la verve ritrovata di Dzeko, tra i volti più positivi del ritiro. «So che posso fare meglio. E ci riuscirò», è stata la sua promessa. Gol a parte, il bosniaco sembra stare soprattutto bene di testa: più libero, più sicuro, meno timoroso di sbagliare. La speranza, ovviamente, è che duri ma se saprà scartare uno dietro l’altro i cioccolatini che è pronto ad offrirgli FrancescoTotti (proprio come contro il Terek Grozny), allora le premesse sono davvero quelle giuste. Bene anche i due esterni, Perotti e Salah, e non solo perché sono quelli che hanno aperto le danze nelle due amichevoli. Ma bene soprattutto Kevin Strootman, in particolare per l’intensità, la voglia e la personalità che l’olandese ha messo in ogni angolo del suo ritiro: dalla fascia di capitano ai rimproveri a Manolas per l’atteggiamento un po’ così. L’impressione è che debba ancora tornare lo Strootman giocatore, quello al 100%, ma il Kevin uomo è già lì. E pesa come un macigno. O, meglio, come un camion, riprendendo le parole di Spalletti.

LE SORPRESE – A colpire gli occhi dei tifosi ci sono state però anche alcune belle sorprese. Una è Mario Rui, ad esempio, che ha confermato le qualità che conoscevamo: corsa, dinamismo, cattiveria agonistica e qualità nei cross. E poi bene anche quello che veniva considerato un oggetto misterioso, Emerson Palmieri, che Spalletti ha utilizzato praticamente ovunque: terzino destro e sinistro, mezzala e mediano davanti alla difesa. Ma bene è anche andato il più giovane dei baby, Federico Ricci, uno che si è permesso probabilmente di segnare il gol più bello di tutti (quello con il colpo dello scorpione) ma che ha anche palesato una crescita evidente sotto il profilo dell’autostima. E tra le sorprese c’è anche Seck, uno che era arrivato tra lo scetticismo generale ed invece ha evidenziato corsa e fiducia. Nonostante quel «chi ha paura non gioca» che Spalletti gli ha urlato il secondo giorno. Poi, però, anche tanti elogi.

DA RIVEDERE – E poi ci sono quelli che a Pinzolo non hanno rubato l’occhio. O hanno comunque dimostrato qualche difficoltà. Su tutti Iturbe, come sempre alle prese con la sua frenesia e le sua confusione. Nell’amichevole finale, quella contro il Terek, Spalletti ha quasi perso la voce tra rimproveri e suggerimenti. L’impressione è che il tempo del riscatto sia ancora lontano. Malino anche Torosidis, allo stato attuale il terzino destro titolare e la cosa mette quasi i brividi a vedere con qualche facilità Grozav l’ha messo a sedere. Da rivedere infine anche Gerson, il baby brasiliano pagato 17 milioni di euro. Tecnicamente c’è, ha talento, anche se è tutto sinistro. Ma deve imparare a giocare con il compagno ed a diminuire i tocchi. Ed invece gli piace avere la palla tra i piedi, con il risultato che spesso e volentieri la perde o finisce con saltare un tempo di gioco. Ci lavorerà su Spalletti, c’è da scommetterci su…

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