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LA GAZZETTA DELLO SPORT Bufera sullo stadio Roma. «Scempio da bloccare»

Stadio della Roma (foto asroma.it)
Stadio della Roma (foto asroma.it)

(A.Catapano) – Il «no» di Paolo Berdini è secco, tagliente, furioso. «È uno scempio, è urbani­stica insensata: questa città è tecnicamente fallita e noi rega­liamo uno stadio alla Roma e ne parliamo con leggerezza, come se fosse un videogioco». Nello studio di Radio Radicale, ospite della puntata di «Fatto in Italia», trasmissione condotta da Nicolas Ballario, col contri­buto di Oliviero Toscani, che andrà in onda domani alle 15, il futuro assessore all’Urbani­stica del Comune di Roma boc­cia definitivamente il progetto Tor di Valle. «La città ha due splendidi stadi, l’Olimpico e il Flaminio, ormai pericolante. Bene, si presenta la Roma che ne vuole farne un terzo, sfrut­tando una legge che non condi­vido ma che dobbiamo rispet­tare. Benissimo, ma l’ammini­strazione che fa? In cambio delle opere infrastrutturali le regala un milione di metri cubi di cemento. E quei 400 milioni di opere pubbliche in una zona deserta, dove non vive nessu­no, chi dovrà mantenerle, do­po, se non il Comune? E con quali soldi? Facendo altro debi­to? È assurdo, ma in quale altra città può accadere una cosa del genere? Questa è mala urbani­stica».

STRATEGICO – Giovanni Caudo, l’assessore all’Urbanistica della giunta Marino, cioè l’uomo che per mesi condus­se la trattativa con PallottaParnasi per con­fezionare un progetto che ot­tenesse la pub­blica utilità, non ci sta. «È ingiusto accusarci di ma­la urbanistica, a noi che abbiamo cancellato gli scempi di Alemanno. Questa operazione è il contrario. Pote­vamo fare meglio? No, non sia­ mo mai stati proni, abbiamo ri­cevuto una proposta e alla fine siamo riusciti a confezionarne un’altra, che prevede 300 mi­lioni di opere pubbliche a carico del privato e di cui benefice­rà la città. In un’area tutt’altro che morta, anzi strategica. Se lo stadio me lo avessero propo­sto da un’altra parte, mi sarei opposto. Lì, invece, sulla diret­trice con l’aeroporto di Fiumi­cino il privato scommette di at­ trarre investimenti internazio­nali, di cui questa città ha male­dettamente bisogno».

MA SERVE? – Ec­co, la necessità di uno stadio a Tor di Valle è al centro del dibat­tito, cui parteci­pano anche il giornalista del Tempo Fernando Magliaro e il co­ordinatore na­zionale di Italia Nostra Emanue­le Montini, per cui «questo progetto dimostra per l’ennesima volta che la città va dove vuole l’imprenditore». Oliviero Toscani lancia una provocazione grillina di questi tempi: «C’è bisogno di questo stadio, dove non va più nessu­no, e con tutte le priorità che ci sono? Oltretutto, con un’architettura orrenda, da Las Ve­gas?». L’architetto Massimilia­no Fuksas, romanista, al telefono è tranchant: «È solo un affa­re per Parnasi e UniCredit. Blocchiamo questa ennesima speculazione edilizia, ristruturiamo l’Olimpico ed evitiamo di fare altri supermercati».

E ORA? – Il botto vero arriva alla fine, quando il conduttore chiede a Berdini come affronte­rà il dossier Tor di Valle, su cui i tecnici del Comune stanno ulti­mando la ricognizione, a parti­re dal 7 luglio. «Sono un uomo che rispetta le leggi, ma farò tutto quello che posso per bloc­care questo progetto (prima che la Regione apra la Confe­renza di servizi decisoria, ndr). La localizzazione è scellerata, se si vuole fare lo stadio faremo un appello agli imprenditori sa­ni della città per trovare un’al­tra area. Questo significa avere un atteggiamento responsabile nei confronti di Roma e dei ro­mani». Sembra una pietra tom­bale su Tor di Valle. Come rea­giranno Pallotta e Parnasi?

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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