GAZZETTA GIALLOROSSA Totti e Sabatini, un ultimo anno per trionfare all’ombra del Colosseo

Totti e Sabatini
Totti e Sabatini

(di Keivan Karimi) – L’ultima occasione della vita forse è un titolo esagerato, ma in fondo è una questione esistenziale di vita o di morte. Trionfare a Roma è un privilegio capitato a pochi nella storia del calcio, il gruppo del 1942 in pieno regime fascista, i campioni del 1983 guidati da Nils Liedholm e gli eroi più recenti del 2001. Con questi ultimi c’era anche Francesco Totti, già capitano e numero 10. E chi si sarebbe aspettato che tutta la sua vita calcistica sarebbe stata di stampo giallorosso, o ancora meglio che gli unici altri suoi trofei con le squadre di club si riducessero a due Coppe nazionali e altrettante Supercoppe…

Quella del 2016-2017 rappresenta l’ultima stagione della splendida carriera da calciatore per Totti, che indosserà la numero dieci ancora un anno prima di intraprendere la già designata strada di dirigente. E tutte le speranze di essere il primo giallorosso a vincere due scudetti nell’intera storia del club si riducono in dodici mesi che dovranno forzatamente essere trionfali e bellissimi, i più belli di tutti.

Quella del 2016-2017 sarà anche l’ultima stagione di un personaggio certamente meno amato e più discusso di Totti, il direttore Walter Sabatini, l’uomo degli americani, colui che per primo ha messo la faccia nella Roma stelle e strisce, ha raccolto fardelli ed eredità e con una filosofia spesso barattata e riveduta ha aiutato i giallorossi a crescere e tornare almeno a competere in Champions League. Ha già annunciato che per diversità di ideologie tecniche con il patron Pallotta lascerà Roma tra un anno, resterà soltanto per esprimere ancora il suo credo in feeling con Luciano Spalletti e per un obiettivo fondamentale: vincere nella capitale, un desiderio inespresso che lo accomuna con tutta quella gente impaziente dal 2008 di rialzare almeno una coppa. Totti e Sabatini, figure diametralmente opposte ma veraci e con il cuore ricco di orgoglio romanista, almeno per altri dodici eterni mesi.

GGR

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