LA REPUBBLICA Italia, comincia il dopo Conte: Donadoni il primo della lista

Donadoni
Donadoni

(G. Cardone/E. Currò) La rivincita di Donadoni sarebbe notevole: tornare con tutti gli onori sulla panchina della Nazionale, 8 anni dopo averla persa per un’eliminazione ai quarti dell’Europeo ai rigori con la Spagna futura schiacciasassi, e col compito di difendere il prestigio del calcio italiano. Ma Tavecchio dovrà essere più convincente del proprietario del Bologna Saputo, atteso in Italia con l’offerta di rinnovo all’allenatore. Dovrà fornire a Donadoni, tenuto d’occhio da Milan e Juve, la garanzia di non finire stritolato dalle esigenze dei club.

Ieri il presidente della Figc ha definitivamente saputo che la scelta del futuro ct non è rinviabile. Dopo l’Europeo di giugno, Conte andrà al Chelsea, come anticipato lo scorso dicembre da Repubblica: sta discutendo il numero dei collaboratori. L’annuncio è imminente. La Figc deve accelerare il piano per il Mondiale 2018: il pericolo dei play-off (nel girone con Spagna e Albania) è concreto: c’è penuria di talenti e dal 2014 gli azzurri (oggi 14esimi) sono fuori dalle prime 10 della classifica Fifa. Il contratto – Conte guadagna 4,5 milioni l’anno, con l’integrazione garantita dallo sponsor Puma – non è più l’aspetto prioritario. Per convincere qualunque candidato a una sfida così impegnativa, servono un progetto tecnico e solidità politica nel rapporto con la Lega. È la perplessità maggiore per Donadoni e per le sue alternative: Ventura, Ranieri, Capello, Lippi dt con Cannavaro ct, Tardelli.

Tavecchio ha sempre sfoggiato Conte come fiore all’occhiello, contro chi gli rimproverava le dichiarazioni incaute e l’accondiscendenza verso l’ingombrante consigliere federale Lotito. Ora anche Conte si scopre vulnerabile. Se la Figc lo ha tutelato nel processo del calcioscommesse, che per lui si chiuderà col rito abbreviato prima dell’Europeo, a 12 giorni dalla prima delle 2 amichevoli della verità – Spagna e Germania in sequenza – Verratti è infortunato, Pellè è riserva nel Southampton, manca un nuovo Pirlo (Jorginho forse verrà convocato), Darmian e Candreva non eccellono.

L’incubo vero è il prossimo biennio. Tavecchio sa che, in vista delle elezioni del 2017, la scelta del ct sarà cruciale. Donadoni fu voluto nel 2006 da Albertini, all’epoca vicecommissario. Eppure il presidente attuale è arrivato alle stesse conclusioni del rivale: l’anno scorso ha apprezzato la gestione di Donadoni nel calvario del Parma, instaurando con lui un rapporto diretto.

Ma servono alternative, se Saputo o Galliani vincessero la gara. Ventura è in corsa: lo sfavorisce la sponsorizzazione di Lotito. Mancini, ben visto dal presidente del Coni Malagò, dice di voler restare all’Inter. Ranieri ha la tentazione della Champions col prodigioso Leicester. Capello sta coperto, ma è pronto a entrare in scena. Guidolin è in retrovia. Tardelli è un’idea accarezzata da Tavecchio. Di Francesco è una suggestione di Sacchi. In Figc si fa strada anche l’idea di una nuova scuola di giovani allenatori federali (con Di Biagio all’Under 21). È la generazione degli eroi di Berlino, sotto la guida di Lippi direttore tecnico: Cannavaro, Gattuso, Zambrotta, Grosso, Oddo. Il casting è iniziato, con Donadoni in prima fila.

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