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AS ROMA Keita: “Viviamo un momento positivo. Il Real si batte solo con la fiducia e il lavoro”

Keita
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Le parole di Seydou Keita, intervistato in mattinata dalla radio ufficiale giallorossa:

Arriva Roma-Real Madrid; che momento sta vivendo la Roma?

“Molto buono, con le vittorie si va sempre avanti e dobbiamo continuare a giocare in questo modo”.

C’è uno spirito nuovo nello spogliatoio?

“Quando c’è un cambio di allenatore si cambia anche la mentalità. Evidentemente c’era qualcosa che non andava, la testa ora è cambiata. Le cose vanno meglio, con 4 vittorie consecutive e la squadra migliora poco a poco. C’è da lavorare come dice il mister”.

Spalletti ti chiede cose diverse? Ti chiede di abbassarti?

“Io e De Rossi giochiamo un calcio diverso ma se facciamo bene i nostri compiti è un fattore positivo. Chiunque gioca in quel ruolo deve fare la stessa cosa, ciò che chiede il mister per la squadra è la cosa più importante”.

A Reggio il mister rimproverava Zukanovic che non ti passava la palla.

“Voleva che tutti i palloni passassero da me, gridava il mio nome per farmi passare la palla, ma in campo sinceramente non lo capivo”.

Per te affrontare il Real è una partita speciale. A Barcellona come la vivevi?

“Una partita importante, come il derby contro la Lazio qui. Ho giocato tante partite vere contro il Real, anche con Siviglia e Valencia”.

Esiste un modo vincente per affrontarli? C’è una chiave?

“Personalmente credo sia la fiducia, poi lavorando con le indicazioni del mister per provare a vincere la partita. E’ difficile ma non impossibile, nessuno è imbattibile”.

Sei uno dei calciatori africani più vincenti.

“Ho avuto buone relazioni con tutti coloro con cui ho giocato. Oltre ad essere calciatore sono anche una persona e bisogna guardare avanti, la carriera dura una decina di anni, a parte per Francesco. Per me è importante la umiltà e il rispetto, così la vita è più semplice”.

Quanto è importante la religione per te?

“E’ una strada, che ti fa capire che non sei nulla, hai una strada di umiltà e rispetto da seguire. L’esultanza religiosa la fanno in molti, Salah è molto credente, è una cosa intima che viene dal cuore, bisogna rispettare ogni religione”.

Sui tifosi: spiegaci meglio le tue parole di qualche tempo fa.

“Non ho mai criticato i tifosi, li rispetto tantissimo. Chiedo e non manco mai di rispetto a tutti; se le cose vanno male è colpa nostra, quando i tifosi fischiano forse hanno ragione ma non ci aiutano. La Roma mi paga per giocare, i tifosi pagano per vedere la propria squadra. Noi possiamo solo rispettare questo. E’ ingiusto trasformare certe dichiarazioni in cose inesatte”.

Cosa vuoi fare da grande?

“L’allenatore per il momento no, mi piacerebbe aiutare chi come me arriva in Europa da situazioni difficili. Il calcio può dare una mano, ma non solo. Questo sport è duro e dopo 20 anni preferisco stare con la famiglia e aiutare gli altri”.

 

Fonte: Roma Radio

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