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L’ANALISI di B.LEVERKUSEN-ROMA Inizio e fine regalati, rimonta buttata. Poker con 45 minuti di ordine, contropiede e sfruttamento dei calci piazzati

L'analisi della partita
L’analisi della partita

(D.Luciani) – Inverosimile, incredibile. Una Roma completamente folle in positivo quanto in negativo esce dalla tana del Bayer Leverkusen con un impensabile 4-4 in una partita a cui è complicato dare un senso. Una gara che sembrava persa dopo venti minuti regalati a Chicharito Hernandez e soci, rimessa in piedi dalla difesa dei tedeschi che si perde De Rossi su due calci piazzati. Un inizio shock identico a quello di Borisov, con la squadra surclassata dall’intensità dei padroni di casa. Gli assistenti dell’arbitro da una parte vedono un tocco di mano Torosidis a 40 metri di distanza mentre dall’altra non vedono lo sgambetto di Papadopoulos a Gervinho solo davanti a Leno. Rigore o punizione appena fuori area non si sa, di sicuro manca un rosso enorme. Il primo tempo finisce “solo” 2-2 ma sarebbe potuto finire già 4-4. Nella ripresa tutta la Germania è illuminata da una mezz’ora sublime di Miralem Pjanic. Il bosniaco irradia calcio e dalla sua mattonella lascia fermo anche Leno, 2-3. Poi avvia stupendamente l’azione del 2-4 di Iago Falque servito da Gervinho imprendibile per Tah.

Finalmente un tempo (l’ultimo quarto d’ora del primo tempo e trenta minuti del secondo) in cui si è vista una SQUADRA che sapeva sfruttare le proprie caratteristiche: la difesa legata al centrocampo da un De Rossi enorme e da un impreciso Nainggolan, con Florenzi e Salah (e in corsa Iago Falque) a dare equilibrio, Gervinho ad imperversare in avanti. Ognuno nel suo ruolo sapendo cosa fare. Con ORDINE tattico in fase di non possesso, con LUCIDITA’ e qualità nel momento di attaccare. A poco meno di venti minuti dalla fine, con quattro gol fatti fuori casa, quel pizzico di logica che aleggia sul calcio vorrebbe che la partita fosse finita. E invece no, perché la Roma non va d’accordo neanche con quel pizzico di logica.

A sei minuti dal termine Kampl si inventa il gol del 3-4 con una parabola mancina (non il suo piede) su cui Szczesny potrebbe qualcosa se fosse allenato da un preparatore di medio livello. Palla centrata, Florenzi arriva in area ma il suo assist per Dzeko viene chiuso dalla difesa tedesca. Capovolgimento di fronte, 30 metri per Kampl che cerca Wendell in area e la difesa della Roma dà il peggio di sé: Torosidis buca facendosi passare la palla tra i piedi, Manolas e Rudiger non riescono a contrarre il cross dell’esterno brasiliano che sul secondo palo trova Mehmedi pronto a spingerla dentro con Digne ad un metro, 4-4. E poteva essere anche l’ancor più beffardo 5-4 se Hernandez al 91′ non calciasse fuori di cinque centimetri il contropiede della vittoria e della quasi certa eliminazione della Roma dalla Champions. Un’occasione che poteva costare cara psicologicamente anche in vista di Firenze.

Il pareggio evidenzia i limiti della Roma, nei singoli (Torosidis e Rudiger su tutti) e nella sua guida, ma lascia aperta la corsa al secondo posto del girone: i tedeschi salgono a 4, il Bate resta a 3 sconfitto in casa dal Barcellona e la Roma fa un passetto a 2, con la gara da giocare al Camp Nou a cavallo delle due sfide in casa con tedeschi e bielorussi.

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