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LA REPUBBLICA Tegola Keita: un mese di stop. E’ l’ora di Uçan

Keita
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(F. Ferrazza/M. Pinci) Il rientro dalla sosta del campionato sarà abbastanza traumatico per una Roma incerottata, costretta a dover fare a meno di Keita per un’altra quarantina di giorni. Il bollettino medico, diramato dopo gli esami strumentali effettuati alla gamba dal centrocampista, hanno infatti evidenziato “Una buona progressione riparativa della lesione della giunzione miotendinea al muscolo semimembranoso della coscia destra”. Buona ma non sufficiente per far tornare in campo il maliano, costretto allo stop almeno fino a metà novembre. Un’assenza resa più pesante dall’intenso calendario che dovrà affrontare la Roma, costretta a sette gare, tra campionato e Champions, in un mese, fino alla prossima sosta del 21 novembre. E senza Keita e con De Rossi che dovrà necessariamente continuare a essere sfruttato come difensore centrale (in attesa del recupero di Rudiger e di capire i tempi dei problemi alla schiena di Manolas) la rosa rischia di essere corta. Cinque gare di campionato, tra cui il derby con la Lazio (Empoli, Fiorentina, Udinese, Inter), e le due sfide con il Bayer Leverkusen in coppa: impegni che segneranno la stagione, all’interno dei quali Garcia dovrà cercare di trovare il giusto assetto. Magari inserendo qualche ragazzo non troppo considerato fino a questo momento, vedi Uçan, che pochissimi minuti ha collezionato in questo avvio di stagione.

Spera la Roma di recuperare Dzeko, che, raggiunto ieri il ritiro della Bosnia, si è allenato a parte. «Dovrebbe tornare a lavorare sul campo domani pomeriggio (oggi ndc) – spiega il ct Bazdarevic – e sinceramente spero sia presente sabato contro il Galles». Da Trigoria si segue con apprensione la vicenda.
Sul fronte del bilancio giallorosso, invece, emergono altre curiosità: tra i 192 milioni di costi una piccola, piccolissima voce è dedicata ai danni arrecati allo stadio Olimpico dai tifosi della Roma. Piccola, ma fino a un certo punto, visto che nell’ultimo campionato hanno danneggiato seggiolini, sanitari, strutture varie per un totale di 181 mila euro, non esattamente briciole: danni che la Roma ha dovuto rimborsare al Coni. E che si aggiungono agli oltre 200 mila euro di ammende pagate nel corso della stagione per il comportamento di qualche ultrà, tra petardi, striscioni offensivi e simili. Una goccia nel mare di quattrini che compongono il bilancio di una società capace di fatturare oltre 180 milioni di euro (di cui una decina di milioni arriva soltanto dagli abbonamenti allo stadio). Ma allo stesso tempo un paradosso, se la passione per qualcuno fa rima con devastazione.
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