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IL TEMPO Roma avanti nella sfida del debito

Pallotta
Pallotta

(A. Austini) Prima contro seconda in campionato, ultime in classifica secondo i parametri dell’Uefa. Inter-Roma è anche la sfida tra le uniche due società italiane, ma di proprietà straniera, su cui si è abbattuta la scure del fair play finanziario. Venti milioni di multa al club di Thohir, di cui 14 con la condizionale, 2 milioni più eventuali altri 4 ai giallorossi di Pallotta, oltre a tutta una serie di paletti da rispettare nei prossimi anni salvo incappare in altre «punizioni».

Sul piano tecnico la squadra di Garcia sta già pagando dazio quest’anno: rosa in Champions limitata a 22 giocatori, che poi sono diventati 21 per via della mancanza di calciatori formati nel vivaio italiano. L’Inter ne potrà iscrivere 21 la prossima stagione e uno in più nel 2016/17, a patto che si qualifichi alle coppe. Ma, oltre a ottenere i risultati sul campo, dovrà soprattutto dimostrare all’Uefa di aver cambiato indirizzo sul piano economico. L’ultimo bilancio consolidato dice che non lo sta facendo: 140,4 milioni di perdite a giugno 2015, di cui 74 milioni solo di Fc Internazionale. A fronte di massicci investimenti sul calciomercato, con parte dei costi «caricati» sui futuri bilanci, è lecito chiedersi come farà Thohir a ridurre la perdita a -30 nell’esercizio in corso (è uno dei paletti dell’Uefa) e arrivare al pareggio nella prossima stagione. L’indonesiano ha silurato non a caso il dg Fassone e, al di là delle dichiarazioni di facciata, la preoccupazione sui conti della società è alta: senza qualificazione alla Champions la missione sarà impossibile.

Se la passa un po’ meglio la Roma, che ha chiuso anche lei in «rosso» il bilancio consolidato, ma con -41 milioni di euro. I dirigenti ritengono di disporre delle risorse necessarie per soddisfare la richiesta dell’Uefa: una perdita aggregata di 30 milioni nel biennio 2014-16 e il raggiungimento del pareggio di bilancio nell’esercizio 2017-18. Detto che nei conti del fair play non rientrano alcune voci (spese per il vivaio e altri costi «virtuosi), il parco giocatori stimato dal club in 300 milioni, unito al possibile aumento dei ricavi (sponsor e conferma in Champions permettendo), fanno dormire sonni abbastanza tranquilli a Pallotta.

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