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IL TEMPO La Roma avvicina la vetta

Pjanic
Pjanic

(T. Carmellini) La Roma fa festa. Vince la terza partita consecutiva (12 gol nelle ultime tre gare), spazza via l’Empoli in sette minuti dopo un primo tempo a dir poco bruttino e si porta a un punto dalla vetta aspettando gli scontri diretti di oggi. Protagonista della giornata, nemmeno a dirlo, Daniele De Rossi (già celebrato dai tifosi con uno striscione esposto sotto al Colosseo) che sugella la sua cinquecentesima partita con la maglia della Roma con il primo gol stagionale portando a dodici il numero dei giallorossi andati in rete fin qui. Finisce 3-1 nonostante la «sordina» imposta dal prolungarsi dello sciopero della Curva Sud che anche stavolta diserta lo stadio e lascia la Roma senza il suo tifo più caldo in un silenzio a dir poco «assordante».

PRIMO TEMPO INGUARDABILE – Ma non è oro tutto ciò che luccica. Garcia con la Roma di Palermo negli occhi rigioca la carta Gervinho, risparmia Dzeko in vista della trasferta a Leverkusen e rimette Florenzi a centrocampo in un 4-2-3-1 che cambierà più volte nel corso della gara. Il problema sembra essere sempre lo stesso: ai giallorossi mancano gli ultimi metri, sbagliano almeno tre gol nei primi 45 minuti, e non riescono mai a fare la giocata in grado di cambiare la partita. Anzi, con l’Empoli sempre vispo nelle ripartenze, rischiano anche in un paio di occasioni. Manca la «pressione» di Nainggolan a centrocampo, Pjanic sbatte più volte sull’ex Paredes (migliore dei suoi e applaudito dall’Olimpico al momento del cambio), Iago Falque sembra spento e Salah il fratello «tonto» di quello visto lo scorso anno a Firenze. Garcia a un certo punto fa scaldare Dzeko e Nainggolan, ma prende tempo e aspetta.

LA SVOLTA NELLA RIPRESA – Così, come spesso accade quando serve qualcuno che fa la differenza, con Nainggolan già pronto ad entrare, sale in cattedra l’uomo giusto: Pjanic. Giacomelli fischia una punizione (dubbia) per un fallo di Paredes su Florenzi lanciato a rete. Da posizione centrale il bosniaco confeziona la terza meravigliosa punizione per il vantaggio giallorosso (ottavo gol stagionale della Roma su palla inattiva). È la svolta alla quale si aggiunge l’ingresso di Nainggolan che cambia radicalmente la squadra: turnover Champions a parte il belga è uno di quelli dei quali questa squadra non può fare a meno. La Roma ritrova così il suo dinamismo, torna padrona del centrocampo e dopo tre minuti arriva l’inzuccata di De Rossi che chiude di fatto la gara: 2-0. La ciliegina sulla torta? Arriva dalla coppia Gervinho-Salah: azione «tipo» con l’ivoriano che parte in velocità sulla fascia e la mette dentro per l’egiziano. Tre a zero e tutti a casa.

LA ROMA AMMINISTRA – Da qui in avanti Garcia torna con la testa al Leverkusen e a una trasferta che la Roma non può permettersi di sbagliare. Dentro Ucan e Vainqueur per Pjanic e Florenzi: indispensabili in Germania. Così come Dzeko che, a risultato acquisito, il tecnico non rischia nemmeno per qualche minuto. Ci pensa Buchel a sporcare la giornata perfetta dei giallorossi infilando il diagonale del 3-1 a quindici minuti dalla fine, sul quale Szczesny forse poteva fare meglio. Ma non cambia la dinamica della serata nella quale va segnalata anche un’altra bella nota: il rientro da titolare di Castan all’Olimpico dopo una vita (11 maggio 2014). Certo, non ancora quello che i tifosi romanisti avevano stampato nella testa, ma è già un bel segnale per il futuro. E soprattutto Garcia è tornato ad avere fiducia in lui.

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