AS ROMA Rizzitelli: “Non si possono perdere tifosi. La curva è la storia e il cuore della Roma”

Ruggero Rizzitelli
Ruggero Rizzitelli

L’ex attaccante giallorosso Ruggiero Rizzitelli si è espresso sulla situazione riguardante la Curva Sud e su altre tematiche riguardanti la Roma. Di seguito le sue parole:

Io ero uno della Curva Sud quindi ora non ci sono più nemmeno io. Non so cosa sia successo con la Società ma bisogna risanare questo strappo. Già la Roma è in difficoltà, così è anche peggio. Quando ho smesso, io ho detto “voglio essere tifoso” Ho sempre ammirato chi venva in trasferta col freddo, assisteva alle sconfitte. Voglio essere come loro, a mie spese – mi sono detto – per comprendere le motivazioni del tifoso. Il tifoso se protesta, ha ragione. Io ho seguito la squadra come tifoso normale, mica facendo il vip. Essere uno di loro. Solo a provarlo si riesce a capire. Non si possono perdere tifosi. La curva è la storia e il cuore della Roma. Senza Curva la Roma è senza una gamba. E’ normale che un giocatore di ora non si possa esporre, ma lo pensano anche i giocatori, solo che andrebbero contro la società a dirlo. La maglia. Va bene tutto ma i colori sono i colori. Stiamo andando oltre ogni limite”.

Un consiglio a Iturbe?

“Non è un destino facile. Passi da una piccola piazza, dove se fai una partita ogni 4 va bene lo stesso, ad una grande piazza. Iturbe si impegna ma sembra un ragazzo appena uscito dal settore giovanile. Deve reagire perché le critiche servonoo se c’è una reazione”.

Il problema della Roma risiede nella mancanza di leader?

“Si trovano scuse quando non si vince, non si fa risultato. Io non ho mai sopportato il turn over. Noi eravamo 15 titolari con 5/6 ragazzini. Ci siamo complicati la vita dopo il Barca. La partita col Sassuolo andava vinta con gli stessi uomini. Ora sei andato sotto pressione: c’è un’ansia… Se uno sta bene deve giocare. Già il giocatore fatica a trovare la condizione… quando la trova deve giocare. Siamo ad inizio campionato, dopo 3/4 partite se uno è già cotto, vuol dire che sei allenato male. Allora sono i preparatori che vanno messi fuori, per primi. Oggi si insegna ai giocatori col drone. Ma è il campo che comanda. Insegnate giocare a calcio. La palla è sempre quella. Oltre la condizione fisica è il modo di giocare. Non dico che uno non deve riposare. Ma se su 11 ne cambi 6, metti in difficoltà chi gioca. Se ne metti a riposo un paio, il cambio vine assorbito dagli altri, e non si va in difficoltà”.

Fonte: Centro Suono Sport

 

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