IL TEMPO Il derby dei due eroi per caso

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(A. Serafini)
– Quando meno te lo aspetti, arriva qualcuno che non ti aspetti. È la doppia storia romanista di questo derby, importante quanto sofferto, fondamentale per quelli che alla fine sono risultati decisivi. I giallorossi esultano per la vittoria guardando il tabellone dell’Olimpico in cui sono impressi i nomi di Iturbe e Yanga Mbiwa. Un attaccante e un difensore con due storie diverse, immersi però tra le contraddizioni di una stagione con molte ombre e poche luci. Il colpo più caro dell’ultima campagna acquisti della Serie A ha segnato ieri il suo secondo gol in campionato, il quarto stagionale, sicuramente il più decisivo per regalare al club di Pallotta la certezza economica di entrare dalla porta principale della Champions. L’importante quindi è farsi sempre trovare nel posto giusto al momento giusto. Con il sorriso stampato sulla faccia, l’argentino è visibilmente soddisfatto, ma ha poca voglia di parlare, tanto che prima di presentarsi davanti a microfoni e telecamere ci pensa almeno un paio di volte. Poi si convince: «Io come Balzaretti e Julio Baptista? Non lo so, però sono veramente felice. Questa è stata una stagione non fortunata per me, quindi mi meritavo questo gol come la Roma meritava questo successo nel derby». Quando il pallone è entrato in rete, la maglietta è volata via così come tutta la rabbia accumulata tra prestazioni deludenti, qualche panchina di troppo e un’aspettativa estiva disattesa: «Penso che tutto questo sia bellissimo – ha aggiunto Iturbe – non ho mai mollato dando sempre il massimo. Non è semplice affrontare sfide del genere, più che un derby sembra una partita della vita. So che per giocare nella Roma bisogna stare sempre al massimo, lavorerò per migliorare con la stessa cattiveria e l’orgoglio che abbiamo messo oggi. Il calcio di Lulic? Sono stato bravo a rimanere tranquillo, sto imparando tante cose».

Iturbe l’ha sfiorato, ma il titolo di «eroe cittadino» (come qualcuno lo ha già definito all’interno dello spogliatoio) spetta a Yanga Mbiwa: caso del destino, l’ultimo acquisto ufficiale arrivato sul gong del mercato estivo. Il gragario che durante l’anno si è conquistato (a causa anche dell’infortunio di Castan) fiducia, conferme e quel riscatto obbligatorio che la Roma ha già esercitato. Dubbi e incertezze non sono mancate, poi dopo 4 anni dal suo ultimo gol, sbuca tra le maglie biancocelesti insaccando sotto la sud la capocciata che vale vittoria e secondo posto matematico. «All’inizio non ci credevo – spiega ancora stupefatto – poi ho visto tutti i miei compagni correre verso di me e ho realizzato. Adesso mi dicono che sono diventato un idolo». Sicuramente con un posto speciale nella storia del derby: «Questo mi rende felice, anche perché per la Roma significa tanto. Avere la certezza di giocare l’anno prossimo in Champions è un traguardo su cui abbiamo lavorato duramente, così come le situazioni da calcio piazzato durante l’ultima settimana», chiude ridendo. Tra futuro e dediche: «La maglietta me la tengo per mia moglie, l’anno prossimo vestirò ancora quella della Roma. Penso che sia l’anno giusto per vincere qualcosa, miglioreremo per riuscire ad ottenerlo. Un voto a questa stagione? Direi 7, ma faremo in modo di portarlo a 10». Quello che in una notte da derby, si è già personalmente guadagnato.

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