IL MESSAGGERO Tor di Valle, gli architetti: “Stop alla speculazione”

Tor di Valle
Tor di Valle

«Bloccate il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle: è solo un’operazione speculativa». Architetti e urbanisti lanciano un appello al Campidoglio contro l’idea di Pallotta e del costruttore Parnasi di edificare, accanto a uno stadio più piccolo dell’Olimpico, tre grattacieli alti fino a 220 metri da destinare a opere che con lo sport non c’entrano nulla: negozi, uffici, alberghi e ristoranti. Il core business di un’operazione più immobiliare che calcistica che potrebbe portare nelle tasche dei proponenti, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di curo. Fa di conto Paolo Portoghesi, archistar di fama internazionale: «Lo stadio in realtà è solo un pretesto. Accanto all’impianto nascerebbero tre torri di circa 200 metri, più 15 edifici bassi dai cinque agli otto piani. Si tratta a mio parere di un’operazione speculativa senza precedenti per le dimensioni delle costruzioni che si vorrebbero edificare: un milione di metri cubi dedicato a uffici e negozi, un gigantesco insediamento che non ha ragione di esistere in quella zona. La legge sugli stadi è stata stravolta, di questo progetto si capiscono solo gli interessi economici e commerciali che ci stanno dietro. Non si vede invece l’interesse dei cittadini. Il Comune deve fermarsi e avviare una discussione vera, nella città, su questo progetto».

Secondo Portoghesi anche la zona scelta è sbagliata: «Questo nuovo insediamento sulla strada che porta a Fiumicino costituirebbe un pericolo di blocco del traffico. La strada già va in tilt normalmente, figuriamoci se ci costruiscono un nuovo quartiere. Nessuno vuole demonizzare lo stadio, ma queste logiche puramente speculative vanno fermate. Ci sono altre zone più indicate per costruire un impianto sportivo, penso per esempio al quadrante Est, come dice anche il piano regolatore». Il progetto di Pallotta e Parnasi – che entro il 15 giugno dovranno presentare la versione definitiva al Comune, che poi passerà le carte alla Regione – è stato bocciato anche dall’Istituto Nazionale di Urbanistica.

Il presidente dell’Inu LazioDomenico Cecchini, lo dice chiaramente: «Non è uno stadio, ma un gigantesco centro di negozi e uffici in riva al Tevere. Un progetto insostenibile». Lo stadio, spiega l’organismo de-gli urbanisti, «rappresenta solo il 14% dell’edificabilità previ-sta mentre l’86% è rappresenta-to dal centro direzionale». Secondo l’Inu anche le infrastrutture pubbliche previste «servono solo a far arrivare gli spetta-tori allo stadio e a rendere accessibile il Business Park». Lo spiega anche Paolo Berdini, professore universitario, ex segretario generale dell’Inu. «A Tor di Valle c’è il deserto urbano. Lo stadio e questo nuovo mega-complesso sorgerebbero in mezzo al nulla. Così anche gran parte degli investimenti di cosiddetta “pubblica utilità” rischiano di essere soldi buttati o comunque a tutto vantaggio dei privati».

 

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