GAZZETTA DELLO SPORT Tavecchio: «Stop offese». E ora punta alla rielezione

Carlo Tavecchio
Carlo Tavecchio

(V. Piccioni) – Il pallone avvelenato rimbalza sempre di più pure in politica. Matteo Orfini, presidente del Pd, sollecita «una discussione in Parlamento per mettere ordine nel sistema sportivo. E non solo del mondo del calcio. Perché ritengo che la governance dello sport deve essere politica. Il Coni deve fare il Coni, occupandosi dello sport olimpico, mentre spesso deborda e fa tutt’altro».

ASSE RENZI-MALAGÒ Orfini non è solo in queste parole. Diversi parlamentari del Pd spingono per un’accelerazione (il senatore Carlo Lucherini firma un’interrogazione al Governo perché valuti il commissariamento della Figc). Ma la posizione di Renzi è un’altra. Il feeling con Malagò è totale. La lentezza con cui si sta riattribuendo la delega sullo sport (l’aveva Delrio) sarebbe spiegabile anche da una convinzione del premier: ci fidiamo di Malagò in tutto e per tutto. Una posizione poco istituzionale: il Governo deve «vigilare» sul Coni e mantenere uno spirito critico. Comunque la delega rimarrà a Palazzo Chigi: o nelle mani dello stesso Renzi, o in quelle del sottosegretario Luca Lotti, vicinissimo al premier. E le iniziative con cui il Governo vuole intervenire sul calcio saranno tutte prese con il Coni. Anche lavorando per interventi legislativi (vedi revisione della legge Melandri sui diritti tv). Quanto al commissariamento di Tavecchio non è tecnicamente, ma forse neanche politicamente, all’ordine del giorno.

TAVECCHIO SI RICANDIDA Sempreché Tavecchio faccia le riforme e sfratti gli «impresentabili». Ieri, il presidente della Figc si è sfogato: «Non si può stare tutti i giorni sotto il bombardamento». Il suo «servi di tutti, schiavi di nessuno» non aveva secondo lui un obiettivo polemico, ma il tentativo di reagire a una lettura dei guai del calcio, tutta proiettata sulla Figc debole e il suo presidente «inadeguato». «Sono inadeguato? Bene, adesso vedremo l’inadeguatezza e l’adeguatezza del sistema e poi ci conteremo un’altra volta». Se due più quattro fa sei, vuol dire che si ricandiderà a fine 2016.

RIFORME NECESSARIE Francamente non sembrava la giornata adatta per uno sfoggio di «orgoglio» (anche se l’occasione era il convegno su «Nutrizione e salute», una campagna per un’alimentazione corretta nel mondo del calcio). Ma al di là delle parole, Governo e Coni non hanno visto male alcune delle iniziative prese dalla Figc (prima fra tutte, l’inasprimento delle regole per l’iscrizione ai campionati). Peraltro proprio ieri, Tavecchio ha incassato la resa di Belloli e un positivo incontro con calciatori e allenatori sullo «sviluppo del calcio femminile».

DUE GIRONI IN LEGA PRO La chiave di tutto è però la riforma dei campionati. Su questo, dopo l’accordo fra le leghe di A e B, Tavecchio è convinto di portare a casa un altro risultato, una nuova Lega Pro, con dirigenti diversi e una drastica cura dimagrante: due gironi da 18 squadre. Un elettrochoc, le squadre sono attualmente 60, spinto oggettivamente dall’inchiesta di Catanzaro. Per cambiare non possono bastare Palazzi e i processi sportivi.

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