L’ANALISI di SASSUOLO-ROMA Nainggolan e Pjanic, aggressività e qualità. Prestazione buona nei singoli, gioco pessimo

L'analisi della partita
L’analisi della partita

Cinque lunghissimi mesi. La Roma batte il Sassuolo a Reggio Emilia per 3-0 e torna a segnare più di due reti dal pluri-ricordato 30 novembre 2014, forse la data in cui la squadra di Garcia è sparita sentendosi più forte di quanto in realtà fosse. Una vittoria quasi sorprendente per i tifosi, ormai abituati a prove opache e, soprattutto, un successo lanciato dal gol dell’acquisto di gennaio più criticato, Seydou Doumbia. Un unico lampo dell’ivoriano, un colpo di testa saltando contro Sansone (attaccante da 174 cm) e con Consigli che si è fatto sorprendere dalla potente capocciata. Uno strepitoso gol di Florenzi formato Dani Alves e la rete di Pjanic nel solitario guizzo di un abulico Gervinho hanno completato l’opera in una prestazione davvero difficile da decifrare. Le impresentabili condizioni di forma dei due ivoriani hanno praticamente fatto giocare i giallorossi in 9, costringendo Pjanic e Nainggolan ad una partita di grande applicazione in entrambe le fasi. Invalicabile il belga, concentrato ed ispirato il bosniaco capace di recuperare 12 palloni oltre a chiudere la gara con il tris. Bene anche Ibarbo per almeno un’ora: il colombiano si è speso molto in fase di copertura, sobbarcandosi anche parte del lavoro di Doumbia e Gervinho. La difesa ha retto l’urto di un Sassuolo già in vacanza, privo di Berardi e, inizialmente, anche di Zaza, a cui Di Francesco ha preferito Floccari in coppia col fastidioso Floro Flores.

BUONA MEZZORA – E dire che la partita non era iniziata bene per Garcia, costretto a rinunciare a Keita, bloccato dalla schiena nel riscaldamento. Dopo aver optato per il 4-3-1-2, il tecnico francese ha fatto scaldare sia Ucan che Doumbia, preferendo alla fine quest’ultimo e passando così al consueto 4-3-3. Con un centravanti e due ali da corsa, la Roma ha cercato costantemente lo sviluppo tattico più semplice: lancio lungo oltre le spalle dei tre difensori del Sassuolo. Stile che mal si adatta al gioco di Totti e Ljajic, col serbo che rimane fuori per la seconda gara di fila. Giocando sulle sponde degli attaccanti, Pjanic ha avuto maggiore libertà e sulla sua destra ha usuifrito sulla spinta del moto perpetuo Florenzi. Proprio da una combinazione tra i due è nato il cross che la testata di Doumbia e la dormita di Consigli hanno trasformato nel vantaggio. Qui la squadra di Garcia è stata brava a sfruttare gli spazi concessi dai padroni di casa, vogliosi di rifarsi in un girone di ritorno che li ha visti far meglio soltanto del Cagliari. Al 14′ Pjanic è bravo a salvare su Taider nella propria area e ancora il bosniaco, al 22′ su punizione, ha chiamato Consigli alla respinta di pugno. Quattro minuti più tardi ecco il raddoppio di super Florenzi: progressione dalla trequarti avversaria, doppio dribbling e splendida conclusione diagonale di collo pieno. L’uno-due stende il Sassuolo ma non Di Francesco, abile a cambiare in corsa: Taider scala al centro con Brighi e Missiroli si sposta nel ruolo di mezzala, andando ad agire proprio alle spalle di Pjanic. I tagli del n°7 sassuolese mandano in difficoltà la Roma, salvata al 43′ da Manolas.

CAMBI IN RITARDO – Contro questo Sassuolo è bastata una Roma in inferiorità numerica: anche in pessime condizioni, Gervinho costringe due avversari a rimanere arretrati ma quasi ogni possesso palla risulta buttato. L’intensità e l’aggressività di Nainggolan e Pjanic hanno protetto anche De Rossi, ammonito come Astori e Ibarbo in chiusura di primo tempo. Almeno dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa però, alle mezzali giallorosse serviva un compagno (Ucan? Paredes?) che potesse gestire la palla nella metà campo avversaria. Così la Roma ha finito per rischiare di subire un gol per gli errori in palleggio a difesa scoperta. De Sanctis è stato attento, rischiando solo in due circostanze: al 9′ Missiroli non è riuscito a girare in rete un cross dalla destra e al 13′ il portiere romanista è stato bravo a deviare una volée di Zaza, tenuto in gioco da Torosidis sul lancio di Brighi. Il primo cambio di Garcia è arrivato al 22′ del secondo tempo con Yanga-Mbiwa (al posto di Doumbia) inserito sulla destra della difesa e Florenzi avanzato. Proprio il nuovo entrato c’ha messo tre minuti a regalare a Taider una buona occasione. Sul tiro dal limite dell’algerino s’è immolato Torosidis. Quasi allo scoccare della mezzora arriva il gol che chiude il match: altra combinazione Florenzi-Pjanic e palla imbucata per lo scatto di Gervinho. L’ivoriano perde il tempo per la conclusione a dieci metri da Consigli, quasi incartandosi. Alla fine riesce a toccare al centro dove Pjanic aggancia e scarica in porta un destro potente. Quasi una dimostrazione per gli attaccanti di come si fa a segnare.

Il reparto avanzato giallorosso è salito a 18 reti con il primo centro di Doumbia, praticamente quanto il quasi 38enne Luca Toni ha fatto da solo. Se la Roma è ancora lassù a lottare per la Champions lo deve al suo centrocampo: Pjanic, Florenzi, Nainggolan, De Rossi, Keita e Paredes (zero reti per Ucan, Strootman e Pellegrini) hanno messo insieme 19 gol, uno in più degli attaccanti. La forza dei singoli tiene vivo l’ultimo obiettivo della fallimentare stagione romanista.

A cura di Daniele Luciani

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