GAZZETTA DELLO SPORT Striscioni anti Ciro, denunciati 4 ultrà. Alfano: “Ora il Daspo”

Striscione
Striscione

(A. Catalano) Prima le gogne, i cori, gli striscioni allo stadio, le scritte in città. Poi le incursioni nei ritiri, gli schiaffi e le devastazioni. Un’escalation preoccupante. In un mese, gli ultrà italiani hanno proposto il peggio del proprio repertorio, in una sfida ormai quotidiana alle leggi e alle autorità di pubblica sicurezza. Continue prove di forza. E i «muscoli» esibiti a Cagliari e a Varese preoccupano più delle tre scritte apparse in Curva Sud due settimane fa.

ACCELERAZIONE Ecco perché ieri è nata al Viminale l’esigenza di dare in pasto ai media i primi esiti delle indagini sugli striscioni di Roma-Napoli. Un’accelerazione imprevista fino a 24 ore fa, decisa dai vertici del ministero nonostante il rischio che la notizia delle prime identificazioni possa complicare le indagini successive, mettendo sull’avviso chi, in un modo o nell’altro, è stato coinvolto nella vicenda. Si è preferito dare una risposta forte e immediata alle violenze di Cagliari e Varese. Per questo è stato il ministro dell’Interno in persona ad annunciare di aver beccato non quattro pericolosissimi latitanti mafiosi, ma i quattro ultrà romanisti riconosciuti tra le migliaia di abbonati in curva Sudcome alcuni di quelli che hanno avuto «parte attiva — così dice la Questura, che ieri ha pure diffuso un filmato che mostra le tecniche di introduzione degli striscioni, piegati nelle scarpe o nei portafogli — nella composizione e nello srotolamento» delle scritte dedicate ad Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito. Individuati dalla Digos grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza dell’Olimpico, anche mentre tentavano di nascondersi dietro i lenzuoli, consapevoli di essere ripresi, «saranno tutti puniti con il Daspo — garantisce il ministro Alfano —, in base alla legge che ho fortemente voluto, che ha imposto nuove regole sulle manifestazioni sportive»Compresa la possibilità di «daspare», appunto, gli autori di striscioni contenenti «messaggi ingiuriosi o diffamatori». Dunque è l’ingiuria (anche di uno striscione sfuggito alla tv su non meglio precisati «pentiti napoletani»), più che l’incitamento alla violenza (difficilmente dimostrabile con termini come «lucri» o «senza dignità») a incastrarli (per il momento, perché ricorreranno al Tar). E inoltre la Polizia per denunciarli ha valutato anche il contesto in cui i quattro si sono mossi: atteggiamenti minacciosi, cori discriminatori e insultanti, in generale un clima di ostilità che ha prodotto tensione. Per i quattro daspati — di età compresa tra i 22 e i 28 anni, uno con precedenti per rapina e lesioni, un altro in passato responsabile di interruzione di pubblico servizio e violenza e minacce a pubblico ufficiale, gli altri due incensurati — decade automaticamente anche l’abbonamento e la fidelizzazione (presumibilmente avevano optato per una tessera «home»). Dovrebbero esserci altri 6 o 7 ultrà giallorossi in via di identificazione,ma chissà se con la stessa «parte attiva» di questi quattro.

GARCIA GLISSA Oggi Roma-Atalanta è ovviamente una partita a rischio, come dimostrano gli 800 uomini delle forze dell’ordine convogliati nella zona dell’Olimpico. L’annunciato raduno di protesta contro Pallotta nei bar del Lungotevere non dovrebbe avere grande seguito (anche per la parziale riapertura della curva), solo un risultato negativo a fine partita potrebbe ingrossarne le fila. Rudi Garcia, che sull’argomento è già scivolato, anche ieri non si è voluto compromettere: «Voglio solo ricordare che non è stato Pallotta a chiudere la Sud. Lui per la Roma è una benedizione». Politically correct .

 

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