LA GAZZETTA DELLO SPORT Spunta una scure sul capo di Garcia: Champions o adieu

Garcia
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(D.Stoppini) – Sic transit gloria mundi, adesso succede pure che in tribuna Tevere due tifosi si prendano a pugni e vengano fermati dalla Polizia perché divisi su Rudi Garcia, l’uomo che aveva unito l’universo Roma e ora ha rimesso la guida tecnica al centro di ogni discussione. In fondo a queste latitudini è pratica abbastanza diffusa: successe con Luis Enrique, poi con Zeman, adesso tocca al francese. Che di certo ci ha messo del suo, passando in soli sette giorni dal tombale «voglio allenare nel nuovo stadio, mi dovrete sopportare a lungo» al sibillino «non sarò mai un peso per questo club, alla fine faremo i conti».

SCENARI – I conti, in verità, a Trigoria hanno già cominciato a farli da un po’. Con il risultato di una proprietà, nella persona di James Pallotta, scontento per l’andamento della squadra al punto di far passare il messaggio che i prossimi mesi saranno decisivi per chiunque. Anche per un allenatore sulla cui permanenza nella prossima stagione non è più giusto scommettere ad occhi chiusi. Anzi: se la Roma dovesse uscire presto dall’Europa League e non conquistare l’accesso alla Champions, l’addio di Garcia sarebbe scontato, a dispetto del contratto fino al 2018. È presto per immaginare eventuali sostituti. Si può giusto segnalare che Mihajlovic si sarebbe offerto e che Di Francesco è un nome da non perdere di vista.

WALTER: DIMISSIONI? – E Garcia? Le parole del post Samp hanno fatto pensare a un tecnico pronto a lasciare lui la baracca, a fine stagione. Magari con qualche proposta in tasca da Francia o Spagna. Di sicuro sfiancato dalla scarsa protezione che avrebbe avvertito nell’ultimo periodo. Il mercato di gennaio è uno dei nodi: con Sabatini c’è distanza di vedute. Tanto che si racconta di un d.s. pronto a rimettere il proprio mandato nelle mani di Pallotta (l’ha già fatto più volte, in carriera). Ma il mercato è solo una delle frizioni Garcia-società: nel frullatore pure la gestione dei giovani, la preparazione atletica, la comunicazione. E al tecnico c’è anche chi rimprovera la scarsa presenza sul campo: gli allenamenti spesso vengono diretti per buona parte dai vice Bompard e Fichaux, alla tattica sarebbe riservato pochissimo tempo, su scala settimanale.

CONFRONTO? NO, TABELLA – Di tutto questo, però, non si è parlato ieri a Trigoria. In una giornata comunque piena, per Garcia, che ha incontrato il d.s. Sabatini e il d.g. Mauro Baldissoni: i tre hanno pranzato insieme e hanno analizzato la sconfitta la Samp. Nel pomeriggio il tecnico è poi andato a Latina, dove ha assistito (con Baldissoni e Nainggolan) alla vittoria della Primavera. In mattinata, invece, a Trigoria aveva parlato alla squadra a fine allenamento: «Non mollo ora, possiamo ancora tirarci fuori da questa situazione», il discorso del francese, apparso molto più sereno ieri che nel post partita. Nessun confronto, dunque, come filtrato nel pomeriggio di ieri: nessun giocatore ha preso la parola di fronte al monologo dell’allenatore. Poi, una volta uscito dallo spogliatoio Garcia, i giocatori hanno parlato tra di loro, stilando una sorta di tabella per il secondo posto: «Ci siamo messi noi nei guai, facciamo 18- 20 punti e restiamo secondi», il senso della chiacchierata a più voci. Ma il difficile viene adesso. È passare dalle parole ai fatti. Già da domani, in Europa League. Pure per evitare altre scazzottate in giro per l’Olimpico.

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