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IL MESSAGGERO Hetemaj dixit: “Nessuno in Europa come Pjanic”

Hetemaj
Hetemaj

(M. Sorio) Soprannome: Il Mastino dei Baskerville. Parola d’ordine: «Resistere agli sfondamenti centrali della Roma». Il ragionamento è quello, e cioè che «se la Roma evita i cross perché in pochi occupano l’area, allora cercherà di sorprenderci in mezzo: e noi, lì, dobbiamo alzare la diga». La diga del Chievo è il cagnaccio di mediana Perparim Hetemaj, 28enne kosovaro che ha giocato scalzo la sua prima partita di calcio – «ero a Helsinki, in Finlandia, rifugiato per scappare dalla guerra e senza i soldi per gli scarpini» – un tipetto che non sa cosa sia la paura e d’altronde la statistica docet: primatista di A per falli subiti, medaglia d’argento per falli fatti, idem per contrasti, 85 di cui l’81 per cento risolti a proprio favore. Il giocatore più impiegato da Corini prima e Maran poi (2190 minuti) è anche il principe gialloblù per numero di palloni toccati, ma soprattutto è l’organizzatore della prossima resistenza ai giallorossi.

«La chiave tattica di domenica è la nostra compattezza contro la loro qualità. Di sicuro sarà un lavoraccio. Adoro Pjanic e Nainggolan, il primo quand’è in forma gioca come nessuno in Europa, il secondo ha tutto. E la Roma non sarà scarica, dopo l’addio allo scudetto, anzi vorrà conservare il secondo posto». Se c’è una cosa che Hetemaj vorrebbe, dal canto suo, è partecipare almeno una volta al banchetto del gol. «Sono a 123 partite col Chievo e nessuna rete. La prima in Italia la segnai proprio alla Roma, giocavo col Brescia, era il 22 settembre 2010, vincemmo 2-1 al Rigamonti. Chissà che non mi porti bene…». Tu chiamale, se vuoi, suggestioni. Poi, se proprio, c’è sempre quella frase di Alan Turing in “The imitation game”, la stessa che un tifoso veronese, ieri, sussurrava al trottolino con la maglia numero 56, sottovoce, prima dell’allenamento: sono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.

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