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IL MESSAGGERO Roma, c’è l’obbligo di svolta

Roma-Feyenoord Yanga-Mbiwa Nainggolan Holebas
Roma-Feyenoord Yanga-Mbiwa Nainggolan Holebas

(U. Trani) E’ la notte più lunga per la Roma in crisi di risultati. E anche la più complicata, perché a Rotterdam si gioca l’Europa e probabilmente la stagione. Il Feyenoord stadion, dove l’Italia di Zoff perse il titolo continentale nel 2000, è più conosciuto come de Kuip, cioè “la vasca” in cui, alle 21,05, entreranno Garcia e i giallorossi per restare a galla almeno in questa competizione e farsi rispettare dagli olandesi almeno in campo dopo i fatti vergognosi di Piazza di Spagna. E, comunque, per uscire dal momento no che dura da almeno 2 mesi e mezzo. Basta guardare la striscia negativa: le 2 sconfitte all’Olimpico, il 10 dicembre contro il City e il 3 febbraio contro la Fiorentina, hanno certificato rispettivamente l’eliminazione dalla Champions e dalla Coppa Italia; gli 8 pareggi nelle ultime 11 gare di campionato hanno permesso alla Juve capolista di allontanarsi (più 9) e al Napoli terzo di avvicinarsi (meno 3).

QUESTIONE DI MIRA –  In 5 giorni sapremo che Roma sarà da qui a fine maggio. Lunedì, davanti al proprio pubblico, ospiterà i campioni d’Italia: nello scontro diretto c’è in ballo il prestigio, ma anche la difesa del secondo posto che porta soldi e Champions. Stasera, invece, bisognerà pensare alla bacheca vuota di Trigoria e all’immagine sbiadita del club all’estero: dal 1991, quando ancora si chiamava Coppa Uefa, i giallorossi non arrivano in finale e questo trofeo, vale la pena ricordarlo, è diventato l’unico obiettivo dell’annata, iniziata con altre aspettative.

L’1 a 1 dell’andata è il vantaggio che il Feyenoord cercherà di sfruttare per passare agli ottavi di Europa League: anche lo 0 a 0 va bene alla squadra di Rutten che viene da 4 vittorie di fila in campionato. Il gruppo di Garcia, invece, se vorrà continuare l’avventura, dovrà per forza segnare. Si qualifica con il successo, anche se fuori casa in questa competizione manca dal 16 dicembre del 2009 (3 a 0 contro il Cska Sofia: è pure l’ultima volta in cui non ha subito gol) e se questi avversari non perdono sul proprio terreno dal 21 settembre (in Europa League, al de Kuip, enplein: 4 vittorie in 4 gare), o pareggiando almeno con 2 reti all’attivo. Garcia, però, riconosce da tempo che il limite più evidente dei giallorossi sta proprio nella scarsa precisione quando devono finalizzare. Da 15 match (coppe comprese) la media gol è di 1 a partita. E solo 4 volte (contro il Sassuolo, la Lazio e il Cagliari in campionato e contro l’Empoli in Coppa Italia), è riuscita a farne 2.

SENZA BOMBER –  Sempre nello stesso periodo (dal 6 dicembre a domenica scorsa) in 4 casi non ne ha fatto nemmeno 1 rete (contro il City in Champions, il Milan e il Parma in campionato e la Fiorentina in Coppa Italia). In Europa, dove lo specialista qualificato fa spesso la differenza (da Suarez a Tevez, passando per Aguero) è andata bene solo all’inizio, con il 5 a 1 del 17 settembre all’Olimpico contro il Cska Mosca, guarda caso nella sera dell’unico successo in 7 gare. Nelle altre 6, la Roma ha fatto cilecca in 2 e segnato solo 1 rete nelle restanti 3. Gervinho, 4 gol (3 in Champions), è il miglior marcatore giallorosso, prendendo in considerazione i due tornei continentali. Totti è fermo a 2, cioè alle prodezze di Manchester e Mosca. Ljajic, il più prolifico in campionato (8 reti), è ancora a digiuno. Doumbia (che è in dubbio) il suo lo ha fatto finora solo con la maglia del Cska (3 gol) e nelle due sfide con il City. Tocca a loro quattro spingere i compagni verso gli ottavi, ritrovando l’efficacia e la lucidità. L’allenatore, per il resto, continua l’addestramento sulle palle inattive, per avere qualche opzione in più e risolvere così il grave problema che sta penalizzando la squadra nel rendimento.

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