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IL MESSAGGERO La Roma chiude con Spolli

Nicolas Spolli
Nicolas Spolli

(S.Carina) – Il sipario sul mercato della Roma cala nel modo più inatteso: l’ultimo arrivato a Trigoria è Nicolas Federico Spolli, 32 anni il prossimo 20 febbraio, difensore centrale del Catania, contratto in scadenza con il club siciliano nel 2016. Soprannominato El Flaco (il magro) come una vecchia conoscenza di Sabatini (Pastore), non era certamente una priorità del ds. A Trigoria infatti hanno cercato sino all’ultimo di convincere il Tottenham, in primis per Chiriches e poi per Kaboul, non riuscendo però a superare le resistenze di Baldini (per entrambi veniva richiesto l’obbligo di riscatto, valutato rispettivamente 8 e 5 milioni). Anche l’assalto a Toloi, che nella notte di ieri sembrava aver sortito la sospirata fumata bianca, si è arenato di fronte al no del San Paolo che non è riuscito a trovare un sostituto: il prescelto, Doria (ora al Marsiglia), non è infatti voluto tornare in patria. Margini di manovra potevano aprirsi qualora la Roma fosse venuta incontro alla valutazione (7 milioni) della società brasiliana per l’acquisizione definitiva del cartellino ma Sabatini ha fatto cadere nella tarda mattinata la trattativa. Così dal mancato gioco d’incastri, è uscito fuori il nome di Spolli per il quale all’ora di pranzo Catania e Sampdoria non erano riuscite a trovare l’intesa (500mila +1 milione l’offerta blucerchiata). Il ds ha fiutato l’empasse e si è inserito, convincendo il club etneo: 1,5 milioni per il prestito. Per l’eventuale riscatto a fine stagione ne serviranno altri 1,5. «Non vengo per fare il quarto, ne ho già parlato con Sabatini. E non vedo l’ora di giocare con Totti» le prime parole di Spolli a Radio Radio.

IBARBO CONVOCATO In una Trigoria immalinconita dal trend negativo delle ultime gare, una ventata di novità e buon umore la porta il neo arrivato Ibarbo: «Ancora non ci credo di essere un calciatore della Roma perché è un club molto importante, conosciuto in tutto il mondo. Non so dire cosa si prova…». Il colombiano si dice pronto e disponibile a giocare: «Fisicamente mi sento bene, ho avuto un infortunio (al polpaccio, ndc) che mi ha tenuto fuori dal campo per un mese e mezzo ma grazie a Dio ora è tutto ok. Il mio obiettivo? Aiutare i compagni e vincere sempre. Anche il titolo». Intanto ieri ha svolto allenamento differenziato e scelto il numero 19: farà parte della lista dei convocati (non diramata dal club) pure se non è al top.

TEMPO DI BILANCI Con i trasferimenti di Borriello al Genoa, quello in prestito di Somma all’Empoli e l’acquisto di Spolli si chiude la sessione di mercato giallorossa. Per una volta le prime scelte sembravano altre (Luiz Adriano/Konoplyanka, Chiriches/Toloi) ma sia Garcia («Su Doumbia non c’è niente da dire, basta solo vedere i numeri. Ibarbo? Ha tutto per diventare un campione») che Baldissoni si professano soddisfatti: «Ogni acquisto nasce da lunghi periodi di osservazione – ha spiegato il dg a Roma Radio – Doumbia era seguito da almeno 3 anni, Sabatini ha cercato due volte di portarlo a Roma e solo in questa finestra di mercato si sono verificate le condizioni per prenderlo. Stesso discorso per Ibarbo». Curiosità: la Roma avrebbe voluto far sostenere ieri le visite mediche a Doumbia, ma la Guinea non ha concesso al jet giallorosso di atterrare. Tornando a Baldissoni, il dirigente si chiude a riccio sulla tempistica delle operazioni (riferimento al trasferimento di Destro che poteva essere ritardato, per garantire a Garcia un cambio in attacco nella gara contro l’Empoli): «Non voglio entrare nel dettaglio. La Roma ha ventinove calciatori in rosa, non si possono eliminare quelli con problemi fisici per sostituirli con altri. Sulle tempistiche, bisognerebbe conoscere i dettagli delle trattative, informazioni che non dobbiamo rendere pubbliche per forza. A braccia conserte, a osservare la scena dalla finestre, c’è sempre qualcuno pronto a criticare senza conoscere le dinamiche quotidiane. Ci teniamo le critiche ma l’unica cosa che conta è vincere le partite». E su Garcia: «Per lui parlano i numeri». Come per Doumbia.

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