GAZZETTA DELLO SPORT Lotito stoppato: Tavecchio gli toglie la delega-riforme dopo l’accordo Governo-Coni-Figc

Lotito
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(V. Piccioni) – Fine pomeriggio, Palazzo Chigi, ufficio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha anche la «vigilanza» sullo sport. «Ci devi pensare tu», dicono Delrio e Malagò. E Tavecchio risponde: «Io ci ho pensato: questa è la mia soluzione. Le riforme vengono prima di tutto, riprenderò io la delega». Che Claudio Lotito perderà. La giornata fino a quel momento riassumibile in un tranquillo zero a zero, s’accende. Non è un ribaltone, ma un segnale importante, quello che Governo e Coni non potevano aspettare ancora. E che doveva trovare una sede istituzionale per essere discussa, senza tirare in ballo – in giorni delicatissimi viste le notizie che vengono dalla Libia – l’agenda del presidente del Consiglio. A pensarci bene, però, già in mattinata, una specie di movimento in codice che qualcosa stesse per arrivare, lo si era avuto proprio dalle parole di Malagò. Anzi, dalle sue mancate parole. Domenica, aveva detto: «Parlerò martedì ». Ieri mattina ancora un rinvio: la soluzione si avvicinava ma non era ancora arrivata.

«IN PRIMA PERSONA» L’incontro dura un’ora ed è preparato con varie telefonate di avanscoperta. Tavecchio chiama anche Lotito per illustrargli la sua decisione. All’uscita da Palazzo Chigi, si concorda pure che sarà la Federcalcio a ufficializzare tutto con una nota, che parla di una «valutazione sull’attuale situazione venutasi a creare negli ultimi giorni nel mondo del calcio» in cui «il presidente Tavecchio ha illustrato lo scenario e le sue valutazioni, comunicando che nel Consiglio federale di fine mese saranno portati in discussione provvedimenti finalizzati a dare nuovo slancio al percorso di riforme già iniziato dalla Figc, assumendone la responsabilità in prima persona». Al netto del «politichese», il risultato è chiaro: Lotito perde la delega, Tavecchio ha ora il compito di svelenire l’atmosfera e ricucire anche il filo, sbrindellatissimo, dei rapporti fra Leghe e componenti.

VIA «POLITICA» La svolta prenderà già corpo nei prossimi giorni, battezzando quel percorso che informalmente Tavecchio aveva cominciato a preparare, convocando incontri anche con gli «avversari» delle componenti tecniche, calciatori e allenatori, sul tema della riforma dei campionati. Un punto di caduta che dovrebbe consentire la nascita di una commissione ristretta, senza Lotito e con Tavecchio al timone. D’altronde il pressing Governo-Coni non poteva affidarsi al procuratore della Figc Stefano Palazzi, che ieri mattina aveva ricevuto il dvd della famosa telefonata fra il direttore generale dell’Ischia, Pino Iodice, e lo stesso Lotito, con le «sparate» a tutto campo del presidente della Lazio, dal «Beretta conta zero nella Lega di A» a «Carpi e Frosinone in A sarebbero una rovina». Anche perché su questo fronte, la sensazione è che l’istruttoria non avrà tempi brevi. Mentre lo stesso Iodice è tornato alla carica a «La Zanzara» su Radio 24 rincarando le accuse: «Lotito ha barattato promesse, ha detto a presidenti di società di Lega Pro che avrebbe fatto togliere punti di penalizzazione».

STATO DELL’ARTE E pensare che Dino Zoff aveva appena detto di essere convinto che «si sta creando un polverone ma poi come al solito finirà tutto in cavalleria come è sempre accaduto nella storia del calcio italiano». Per carità, il suo pronostico è ancora in piedi, e francamente le precedenti puntate lo ritengono sempre attualissimo, ma l’incontro e l’accordo di ieri sono comunque una novità. Il tavolo a tre ha dovuto tener conto di una fotografia della situazione: vittoria, seppure di misura del fronte Lotito in Lega Pro; dissociazione sempre più evidente, ma senza estremismi, della Lega B e del suo presidente Abodi dalle «invasioni di campo» del presidente della Lazio; qualche distinguo significativo anche nella Lega maggiore.

NON SOLO SOLDI Ma tutto questo non ha ispirato la svolta. Il ragionamento che Delrio e Malagò hanno fatto a Tavecchio è stato più o meno questo: Lotito può anche diventare il presidente della Lega, ma la Federazione – che percepisce un finanziamento pubblico via Coni – è un’altra cosa. E qui l’idea che il potere dei soldi si mangi tutto, con i gol sequestrati da logiche totalmente commerciali, non poteva essere digerita. Il consiglio federale – probabilmente il 27 febbraio – battezzerà la svolta, ma Tavecchio la presenterà come una decisione che rientra comunque nelle sue prerogative, anche se l’obiettivo è una condivisione vera e non solo una presa d’atto formale della novità.

«PASSO AVANTI» Quanto alle prime reazioni, si attende per oggi l’intervento diGiovanni Malagò. Per il resto, viva la prudenza. Le due società storicamente all’opposizione nella geografia del calcio italiano, non commentano ufficialmente. Ma filtra dalla Roma un significativo «è un buon passo avanti».Mentre in casa Juve è chiaro che l’intervento del Governo, auspicato da Marotta nel pre-partita di Cesena-Juve, deve essere stato salutato con una certa soddisfazione

 

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