IL TEMPO Iturbe se ci sei, batti un colpo

Iturbe
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(A. Serafini) Le situazioni cambiano in fretta, così come le aspettative che si creano nelle finestre di mercato. Poi arriva il giudizio del campo, l’unico in cui le variabili possono sconvolgere giudizi, previsioni e un comprensibile entusiasmo iniziale. Lo stesso che ha accompagnato quest’estate la parabola di Juan Manuel Iturbe, l’oggetto del desiderio della serie A, l’uomo che nell’immaginario collettivo era in grado di poter spostare l’esito di un campionato. Per questo la Roma ha deciso di fare il passo sborsando circa 28 milioni di euro per garantirsi il cartellino «parcellizzato» dell’attaccante argentino, salito di diritto sul podio degli acquisti più cari (dopo Batistuta e Cassano) della storia giallorossa. Un investimento importante (il primo a livello economico del mercato estivo della serie A) che finora però non ha raccolto i frutti sperati, tanto che vederlo in panchina ormai non fa neanche più notizia. Anzi.

D’altronde la rosa lunga e una serie di fattori incalcolabili hanno compiuto il resto. Richiesto fortemente dalla coppia Sabatini-Garcia, Iturbe è stato sin da subito soggetto agli scherzi del destino: primo gol con la sua nuova maglia all’esordio stagionale della squadra in Champions con il Cska Mosca e qualche secondo dopo la sensazione di essersi fatto male a causa di un movimento innaturale durante l’esultanza. Alla ricerca poi della forma migliore (ancora non ritrovata), il recupero graduale lo ha ributtato in campo allo Juventus Stadium, dove segna il gol del momentaneo vantaggio prima che Rocchi e un fastidio al ginocchio (con successivo stop di altre 2 settimane) aprano un nuovo periodo negativo. Da quel momento i numeri non sono cambiati, così come le reti messe nelle 14 presenze collezionate in poco meno di 4 mesi. L’impiego dell’esterno si è limitato anche in base ad una serie di prestazioni confuse, dettate dalla voglia di dimostrare abnegazione alle richieste tattiche e di copertura di Garcia, ma finite spesso con una bocciatura finale.

L’argentino ieri ha presenziato insieme al dg Baldissoni e a Rudi Garcia all’evento Telethon, il cui marchio comparirà sulle maglie della Roma nella prossima trasferta con il Genoa. Finito sotto l’ala protettiva dei romani Totti-De Rossi-Florenzi e sorretto dagli amici Sanabria e Paredes, Iturbe con la sua umiltà ha fatto breccia nello spogliatoio. Anche con Ljajic, nonostante sia stato proprio il serbo ad avergli strappato la maglia da titolare. Le loro storie si somigliano: nella passata stagione Adem segnò all’esordio, conquistò i tifosi al derby ma finì in una spirale negativa che costrinse Garcia a fargli disputare appena 25’ in 6 partite. Ad un anno di distanza le storie sembrano incrociarsi. Come fatto con il primo, la Roma lo aspetterà. Augurandosi però, che questa volta serva meno tempo.

 

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