GAZZETTA GIALLOROSSA Daniele!

De Rossi
De Rossi

Chi ha vissuto la Roma degli anni ’80, racconta che ad un giocatore in difficoltà, specialmente se una bandiera, si battevano le mani alla sua uscita dal campo. Perché è proprio nel momento del bisogno che le bandiere non vanno ammainate.  Perché una bandiera è il passato, è l’oggi ed il domani: una bandiera è per sempre. Chi fischia è solo un vile. E purtroppo questa piazza dimentica troppo in fretta le sue bandiere, i suoi campioni. Quei campioni che ci rendono giorno dopo giorno ancor più orgogliosi di tifare una maglia per la quale saremmo disposti a dare la nostra stessa vita. Quella vita che lui, Daniele, il ragazzo di Ostia, le ha donato. Ma forse a molti non basta. E c’è chi approfitta di un suo minimo sbaglio per gettar fango, ancora una volta. Perché c’è chi vorrebbe vederlo con un’altra maglia addosso, magari oltremanica.

Ma tu Daniele fregatene di loro, come hai sempre  fatto. Perché noi non siamo come loro e le nostre bandiere ce le teniamo strette. Ci teniamo stretto chi ha dedicato un’intera carriera a questa maglia e che se potesse ne regalerebbe altre mille. “L’unico rimpianto che ho è quello di poter donare alla Roma una sola carriera”. Ma a noi basta, e vogliamo vivercela fino alla fine.

Anche nei momenti più duri la Roma non l’hai lasciata mai. La faccia ce l’hai sempre messa: sia quando c’era da prendere applausi, sia quando c’era da prendersi i fischi. Quei fischi ingenerosi che sono arrivati ieri alla tua uscita dal campo. Ma fregatene anche di quelli, perché chi la Roma l’ama come te ieri ti applaudiva. Coperto dai fischi, ma ti applaudiva. Come sempre. Perché a questa maglia ci tieni più di ogni altra cosa al mondo. Perché per questa maglia combatti domenica dopo domenica, col coltello fra i denti. E chi non lo riconosce o non vuole riconoscerlo non ti merita. Non merita giocatori così. Merita calciatori mediocri, marchette e mezze bandiere. E che si possa vincere anche senza di te magari è vero. Ma noi vogliamo farlo con te, perché con te è più bello.

Chi ti conosce sin da quando hai mosso i primi passi, giura di conoscere un ragazzo pulito, dai sani principi e con un unico grande difetto: essere innamorato della Roma. Perché chi ti ha visto crescere e chi ti ha cresciuto sa che per la Roma daresti tutto, non le volteresti mai le spalle. Contro il bene della Roma non ti ci sei mai messo e non ti ci metteresti mai. E noi lo sappiamo bene. Ma lo sanno anche quegli altri, quelli che t’infangano ma fanno finta di non saperlo. Ma tu non pensare a loro, pensa alla Roma, pensa alla tua curva, che ti ama e ti rispetta, pensa al tuo amore più grande. Perché anche un momento di difficoltà non cancella i mille momenti felici assieme, tu con la nostra maglia e noi a gioire da dietro un cancello. Perché ci sono scatti, immagini ed istantanee, come l’esultanza di Bergamo, che valgono più di qualsiasi parola, di qualsiasi commento o chiacchiera da bar. E davanti a cotanta romanità, a cotanta passione ed a cotanto amore, si può e si deve solamente restare in silenzio. In silenzio come il mare, il mare di Roma!

Edwin Iacobacci

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