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GAZZETTA DELLO SPORT Garcia vede le ombre: “Il rigore era evidente ma è un passo indietro”

Garcia
Garcia

(A. Pugliese) Adesso staccherà un po’ anche lui, riflettendo sulle occasioni perse, su alcune scelte e su quello che poteva essere. Se poi ci riuscirà a staccare, perché i pensieri nella testa di Rudi Garcia continueranno ad ondeggiare tra dubbi e convinzioni, tra la soddisfazione per la squalifica sospesa («Ma non ne voglio parlare») e l’amarezza per l’ennesima occasione sprecata. «Sono due punti persi, è un passo indietro – dice alla fine il tecnico francese –. Volevamo vincere e occasioni per segnare ne abbiamo avute anche, ma Diego Lopez ha fatto due o tre grandi parate. Senza Pjanic c’è mancata un po’ di creatività, anche se c’era un rigore clamoroso». Già, e il rammarico è anche questo. «Io non mi lamento, è un fatto di gioco, può succedere. Ma lo dico da tempo: se ci sono i giudici di porta devono prendersi le loro responsabilità, altrimenti non li mettiamo più. Per me, con i cinque arbitri non cambia niente e questa è una clamorosa conferma».

SCELTE E FATICA Poi, però, la Roma pareggia proprio perché manca di creatività, con Maicon zoppicante, Totti fuori partita e Ljajic in panchina. «La scelta di Florenzi la rifarei, sono convinto al 100% – continua Garcia –. Io in confusione? Se si vince siamo bravi, altrimenti no, è sempre così. Loro hanno giocato una partita ultradifensiva, con le linee molto strette e quel centrocampo a cinque che ci ha lasciato poco spazio per giocare. Gervinho forse doveva giocare di più tra De Jong e Montolivo, ma lui corre molto, fa tanti scatti ed accelerazioni, è normale che a volte debba recuperare. E in quei momenti sono gli altri che devono fare qualcosa di più».

GERVAIS E VIA Anche perché ieri, ad un certo punto, sembrava quasi che la Roma avesse una sola soluzione: palla a Gervinho e via, l’ivoriano contro tutti. «È vero, per vincere contro una squadra organizzata difensivamente bene come il Milan bisogna fare di più e come prima cosa inquadrare maggiormente la porta. Poi quando ci sono giocatori più creativi come Pjanic a centrocampo giochiamo diversamente, è più facile impostare attacchi rapidi e ripartire. Solo Gervinho sa saltare l’uomo, non possiamo affidarci sempre al suo uno contro uno, dovevamo essere più pericolosi su angoli e cross: ne abbiamo fatti ben 33, dovevamo essere più presenti nell’area».

PENSANDO AL 2015 E allora, mandato in soffitta il 2014, Garcia si augura un nuovo anno scintillante. «La sosta capita a puntino, i giocatori hanno bisogno di riposare, soprattutto mentalmente. Ma siamo ancora in corsa in tre competizioni, le giocheremo tutte per vincere. Servirà una mentalità di ferro, è questo che ho chiesto ai miei per il 2015». E servirà soprattutto non perdere ulteriore terreno dalla Juventus. «Ma siamo a soli tre punti, lo scorso anno di questi tempi eravamo a meno cinque e non avevamo la Champions».

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