IL MESSAGGERO Garcia alla ricerca della Roma perduta

Garcia
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(U. Trani) – La striscia negativa della Roma è lunga un mese. Lente di ingrandimento, dunque, su 2 date e 7 partite: dal 5 ottobre al 5 novembre, dallo Juventus stadium all’Allianz Arena, il gruppo giallorosso è finito ko 4 volte. Sempre contro le big, tallone di Garcia già da quando era a Lille: contro i campioni d’Italia, anche se a Torino l’arbitro Rocchi incide sul risultato, nelle due partite contro il Bayern e al San Paolo contro il Napoli. Restano 2 successi contro il Chievo e il Cesena, due piccole, più il pari di Marassi contro la Sampdoria terza. Nelle ultime tre trasferte zero gol, dato che certifica la frenata in Italia e in Europa.

ANCORA IN CORSA – Nonostante le due sconfitte consecutive e la media di 1 punto a partita, la stagione è tutt’altro che compromessa. Secondo posto in classifica in campionato, a 3 punti dai bianconeri che hanno sfruttato il fischio favorevole nello scontro diretto, e in Champions, stessi punti del Cska da affrontare a Mosca e da considerare terzo per aver perso all’Olimpico. Adesso, però, è obbligatorio ripartire. Domenica contro il Torino e a fine novembre in Russia. Come ha spiegato ieri il francese nel breve discorso ai giocatori. «Serve un ultimo sforzo prima della sosta»Per non sprecare quanto ottenuto all’inizio dell’annata. Intervenendo a 360 gradi e cioè prendendo in esame ogni aspetto che possa spiegare l’attuale rendimento. Triplo check up: tattico, fisico e tecnico. Quindi: 1) capire se il 4-3-3 resta il sistema di gioco di base; 2) verificare se la preparazione atletica, a guardare il lungo elenco degli infortunati muscolari e la chiara flessione di molti interpreti, è almeno da aggiornare; 3) decidere se vale la pena acquistare il terzino sinistro titolare già a gennaio.

INVOLUZIONE ALLARMANTE – La Roma è competitiva per il nostro torneo, non per il gran premio continentale. Il gap con le big d’Europa resta più o meno invariato. Se, però, le dichiarazioni di Garcia, prima e dopo la gara, e quelle di De Rossi a fine partita, valgono come bagno di umiltà, anche perché completamente diverse da quelle fatte, da tecnico e squadra, quando il Bayern era ancora 1′avversario «da affrontare senza modificare il nostro atteggiamento», il 4-4-2 dell’Allianz Arena fa riflettere. Quel comportamento estremamente passivo, dopo la spavalderia della prima sfida contro il Bayern, escludendo alcuni titolari per preservarli per il campionato e, al tempo stesso, perché non funzionali all’assetto d’emergenza. Senatori stanchi e giovani non pronti. Salvato l’onore, imboccando nella notte di Monaco il percorso alternativo, ora staremo a vedere se con il Torino il francese ritroverà la strada maestra. La sua Roma propositiva e soprattutto efficace. Da tre anni e mezzo (a Donetsk) i giallorossi non facevano cilecca in Champions. E da quattro anni, tra l’altro contro il Bayern di van Gaal, non aveva un dato così basso nel possesso palla (29 per cento). La rinuncia, insomma, è stata totale. Nelle chance e nelle idee. Difesa a oltranza, caduta per errori. I gol di Ribery e Goetze, pensate un po’, sono venuti da ripartenze. L’improvvisazione si paga.

GAMBE PESANTI – Il 4-4-2 è diventato, dunque, la medicina per il viaggio in Baviera. Per la sera di Monaco, dove la Roma è arrivata con pochi uomini e anche fiacchi. La seconda partita con il Bayern ha confermato che il problema è fisico e non mentale: Garcia ha cambiato il sistema di gioco perché diversi interpreti hanno la lingua di fuori. Qualcuno si è accomodato, altri hanno camminato in campo. Dietro la palla, in attesa che la partita finisse il prima possibile e senza arrossire come all’Olimpico. Il dibattito si sposta sulle mosse iniziali e in corsa. Da Nainggolan spaesato sulla fascia sinistra a Destro centravanti abbandonato in avanti, da Gervinho escluso e inserito solo a giochi fatti e a Pjanic usato dopo un’ora ed emarginato sulla corsia destra.

VIA D’USCITA – Fino al 5 ottobre (compreso) la Roma ha recitato da big. Con un‘identità, oggi smarrita, e un gioco, anche questo evaporato. Da lì Garcia, teso come mai prima, deve ricominciare. Sapendo che ancora non avrà a disposizione alcuni titolari essenziali per il suo calcio: Castan, Maicon, Strootman. Anzi l’elenco, che comprende pure Astori, si è allungato a Monaco. Di positivo c’è che sono finite le trasferte delicate. In Italia, però. Perché il 25 novembre a Mosca, pure se nello stadio senza pubblico, bisogna comunque andarci a giocare.

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