REPUBBLICA.IT Un brusco risveglio, per la Roma e per il nostro calcio

Cole
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(A. Vocalelli) – E’ stato brusco il risveglio per la Roma, che nel pomeriggio aveva salutato con soddisfazione il pareggio del Manchester City. Un pareggio, quello degli inglesi con il Cska, che comunque resta molto, ma molto positivo per i giallorossi, ancora in piena corsa e favoriti per il secondo posto nel girone. Certo è che l’impatto con il Bayern Monaco è stato però durissimo, con i tedeschi che hanno chiuso la pratica nel giro di pochi minuti. Robben e compagni hanno imperversato nella metà campo della Roma, dando un’impressione di superiorità così netta da far pensare – per l’ennesima volta – sulla qualità del nostro campionato.

Già, perché bisogna dirlo. La Roma è al momento la squadra italiana in maggior salute, capace di andare a giocare ad armi pari in casa della Juve e di battere tutte le atre concorrenti dall’alto di una superiorità indiscutibile, con qualsiasi formazione. Sì, è questo che colpisce e ha colpito della Roma: la capacità di far ruotare i giocatori, senza mai perdere l’identità e la forza di squadra. Tra l’altro una forza, quella della Roma, ribadita anche nel confronto con il Manchester City, perdippiù fuori casa. Forse tutto questo ci aveva fatto pensare che il livello del campionato italiano, almeno delle squadre di vertice, fosse cresciuto al punto da poter realmente competere con gli squadroni della Champions, in questo caso appunto il Bayern Monaco.

Invece ora sappiamo, siamo tornati a sapere, con un risultato clamoroso e inimmaginabile, che la strada per arrivare ad emulare le top d’Europa è ancora lunga e piuttosto tortuosa. Perché il Bayern, almeno per tutto il primo tempo, ha dato una dimostrazione assoluta di forza, di qualità. I tedeschi arrivavano sempre primi sul pallone, grazie anche a una strapotenza fisica, da abbinare a doti di palleggio notevolissime. Tutto ciò non toglie nulla alla reazione orgogliosa della Roma e a quanto di buono, buonissimo, i giallorossi hanno fatto fino a questo confronto con il Bayern. Ma il discorso, come detto, riguarda un po’ tutto il movimento e questa è stata una cartina di tornasole. C’è da lavorare, parecchio da lavorare, per il calcio italiano. Per le sue legittime ambizioni di tornare ad essere protagonista assoluto fuori dai confini. Il calcio continentale di vertice, al momento, è ancora e decisamente un’altra cosa.

Fonte: Repubblica.it

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