IL MESSAGGERO Pallotta: “Basta pensare alla Juventus”

Pallotta
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(U. Trani) – James Pallotta, da oltreoceano, si è fatto di nuovo sentire. Per dire basta. E stavolta alzando la voce. Con i suoi, però, e non con gli avversari. In privato, e non più in pubblico, si è infuriato con il management di Trigoria che, a quanto pare, non lo aveva ascoltato fino in fondo. Il presidente giallorosso ha detto stop. Una volta per tutte. Juve-Roma, lo ha ripetuto a chi è nella capitale a rappresentarlo, è finita il 5 ottobre allo Stadium. Non solo per lui, ma anche per tutti i tesserati giallorossi. Che devono prenderne atto. Il suo intervento è stato immediato. Subito dopo aver letto l’intervista di Morgan De Sanctis sulla Gazzetta dello Sport di ieri, in cui il portiere titolare è uscito a valanga sulla Grande Rivale.

RUDI MEDIATORE – «Diamoci una calmata». Pallotta ha ricordato agli interlocutori il suo appello dopo le gaffe di Rocchi a Torino e le comprensibili accuse di Totti. Garcia ha colto al volo il messaggio presidenziale, utilizzandolo nella breve riunione avuta con il gruppo, circa un quarto d’ora, prima dell’allenamento pomeridiano. «Siamo forti e possiamo vincere. Evitiamo, però, di voltarci indietro, a quello che è successo contro la Juve». Il francese, pur rispettando lo stato d’animo dei suoi giocatori, ha chiesto di non tornare sugli episodi di Torino. E di non parlare di arbitri. Per il bene della Roma. Anche se poi è sempre più evidente come proprietà e squadra viaggino su binari paralleli. Da una parte la linea soft del presidente, dall’altra quella vibrante dei giocatori. In mezzo il tecnico giallorosso che riesce sempre a leggere bene la situazione e a voltare pagina nel modo meno traumatico possibile. «Dobbiamo pensare solo al Chievo». Massima concentrazione, quindi, sull’ospite di domani pomeriggio, prima di guardare alla terza gara di Champions contro il Bayern, atteso martedì sera sempre all’Olimpico.

TRIO TUTTO DA SCOPRIRE – Garcia ha dato, nella circostanza, la priorità all’aspetto comportamentale, avendo la possibilità di rivolgersi alla squadra finalmente al completo con il rientro alla base di tutti i nazionali (con loro anche colloqui individuali per conoscere le condizioni fisiche). Sulla questione tecnico-tattica lavorerà sul campo. Come sempre. Anche se contro il Chievo, dopo quattro partite consecutive (contro il Parma, il Verona, il City e la Juve e 5 gare su 8, contando pure quella con il Cska), sarà costretto a cambiare il centrocampo (per l’occasione inedito) dopo l’infortunio di Keita. Finora era stato il settore meno coinvolto dal turnover. Del resto, convalescente Strootman e indisponibili De Rossi e, fino alla gara di Torino, Uçan, l’allenatore giallorosso si è ritrovato con gli uomini contati. Il primo cambio è sempre stato, pure se per pochi minuti, l’argentino Paredes, utilizzato nel finale delle gare di campionato contro il Verona e la Juve. Per un totale di 13 minuti. Leandro si prepara al debutto da titolare proprio contro il club che lo accolse nel gennaio scorso. Sabatini parcheggiò il centrocampista a Verona, anche se poi il Chievo lo utilizzò soprattutto nella formazione Primavera. Solo una presenza in A, il 4 maggio scorso, nella partita al Bentegodi contro il Torino. Un quarto d’ora per scoprire il nostro campionato.

MODULO VARIABILE – Nainggolan è il primo candidato per il ruolo di mediano in mezzo a Pjanic e Paredes. Due mezzali offensive capaci di fare anche i trequartisti. Il sistema di gioco può diventare in corsa il 4-2-3-1. Di sicuro, anche con il 4-3-3, la presenza di Florenzi nel tridente offensivo è fondamentale per l’equilibrio tattico. E anche per la corsa della Roma che deve rimettersi subito in moto.

 

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