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GAZZETTA DELLO SPORT Un ottimismo da ministro “Vinceremo la Champions e domineremo in Europa”

timmermans
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(M. Calabresi) La Roma giallorossa si accorse di lui il 1° marzo scorso: la sera Roma-Inter all’Olimpico, dopo il Congresso del Partito Socialista Europeo all’Eur. E un intervento, quello di Frans Timmermans, che spiazzò tutti. «L’anima della nostra Europa la vedrò stasera quando andrò all’Olimpico. Sì, perché sono romano e romanista». Ma come? Il ministro degli esteri olandese romano e romanista? Eh già: «Da ragazzo ho vissuto a Roma, a Tomba di Nerone», confessa Timmermans, che sette mesi dopo è tornato nella Capitale per diventare Cavaliere della Roma.

IL MITO DI FALCAO Proprio perché è vissuto a Roma, Timmermans parla un italiano perfetto. Imparato negli anni 70: «Andavo con gli amici a vedere le partite della Roma, ma l’ho seguita dappertutto. In quegli anni, la Roma era un evento sociale, anche se l’altra squadra che si trova in città (non nomina mai la Lazio, ndr ) era molto forte». Con Falcao, il definitivo colpo di fulmine e ora, con Strootman, anche un po’ d’Olanda nella sua squadra del cuore: «Fa piacere che ci sia un olandese, per lo più uno così bravo. Lo conosco, Kevin, è simpatico, ha una potenza incredibile e darà forza alla Roma. Quest’anno vinceremo lo scudetto, ne sono certo». Al momento della nomina, va anche oltre, alla faccia della scaramanzia: «Vinceremo la Champions, anche perché questa dirigenza ha l’idea di dominare l’Europa». Vicino a Timmermans c’è il d.g. Baldissoni, che ci scherza su: «Una parata ad Amsterdam (dove si giocherà la finale, ndr )? No, se vinciamo la Champions festeggiamo in tutte le città d’Europa».

TOTTI E DE ROSSI  Dal 1° novembre, Timmermans sarà primo vicepresidente della Commissione Europea; Massimo D’Alema prova a prenderlo sotto braccio e parlargli di politica, ma ieri per l’olandese era un giorno diverso. Anche perché si è goduto quello che, a detta sua, all’estero non è un fenomeno diffuso: «La Roma e i suoi progetti non hanno ancora attenzione. La gente è sorpresa nel vederla giocare così, ma presto non si stupirà più. Anche perché c’è Totti, per cui ho tremenda ammirazione. Lui è un esempio per l’Europa. E le sue parole dopo Juve-Roma, che io non voglio commentare, per me pesano. Dico solo che mi ha fatto male vedere certe cose; se parlassi, sarei poco diplomatico». Ma la Roma di Timmermans non è solo Totti: «Avete visto De Rossi? E mi piace pure Pjanic». Se davvero la profezia del ministro si avverasse, chi si stupirebbe di rivederlo a Roma verso fine maggio, magari al Circo Massimo?

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