LA REPUBBLICA La Serie A con Tavecchio. Agnelli attacca ancora: “Metodi non democratici”

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli

(F. Bianchi/S. Scacchi) Nessuna divisione. Finisce con un plebiscito a favore di Carlo Tavecchio l’assemblea della Lega Serie A che doveva decidere quale candidato sostenere nella campagna elettorale per la presidenza della Figc. A favore del numero 1 della Lega Dilettanti ben 18 club: solo Juve e Roma non hanno firmato il documento di sostegno che sarà consegnato oggi a Tavecchio. Ancora un successo per Lotito nella politica calcistica italiana. Il proprietario della Lazio è sempre più il kingmaker della situazione. Stravince il suo candidato, appoggiato anche da Galliani ma non da Barbara Berlusconi.

E passa all’unanimità il programma elaborato insieme ad Andrea Agnelli.Il presidente bianconero a metà pomeriggio si è reso indisponibile per la carica di consigliere federale per non partecipare alla gestione Tavecchio in Figc (secondo consigliere federale insieme a Lotito sarà Gino Pozzo dell’Udinese) ma ha accettato di entrare in consiglio di Lega. Qui si ricompone la spaccatura creata dalla rielezione di Beretta nel gennaio 2013: rientrano anche Inter con Angelomario Moratti e Fiorentina con Mario Cognini. Solo la Roma resta fuori dalle cariche in Via Rosellini. «La decisione di Abodi di appoggiare Tavecchio all’indomani della formalizzazione della candidatura Albertini ha spostato gli equilibri. Non sono deluso, ne prendo atto», dice Agnelli che non ha gradito neanche gli attacchi di Macalli alla sua famiglia, accusata di «aver spolpato l’Italia»: «Mi hanno accusato di cooptazione, ma non mi sembra che questi metodi di scelta dei candidati siano particolarmente democratici. Allora sarebbe meglio fare delle primarie per capire chi vogliono davvero i tifosi».

Ora la Serie A spera che Tavecchio realizzi il programma approvato ieri:campionato con 18 club, seconde squadre ma senza chiudere alle comproprietà in Lega Pro per non scontentare Lotito, armonizzazione del mercato con gli altri Paesi europei e revisione della struttura della Figc a partire da Covisoc e Club Italia. Tavecchio, a questo punto, è sempre più favorito: per lui la Lega Dilettanti (34%), la A (10%), la B (5%), la Lega Pro (15%) e forse pure gli arbitri (2%). Totale, oltre il 65%, sufficiente per stravincere e governare. E Albertini? Si ritira? Ci sta riflettendo ma l’Aic, il sindacato calciatori, non molla: «Noi lo candideremo, ce lo chiedono proprio i giocatori che in questo mondo non si riconoscono ».

Primo compito del nuovo presidente Figc, la scelta del ct. Voci insistenti darebbero Antonio Conte vicino alla panchina azzurra. Tavecchio smentisce: «Non ho parlato con lui e non lo conosco nemmeno di persona». Ma ci sono perplessità che possa essere l’uomo giusto. È un allenatore, più che un selezionatore. Tavecchio a breve deciderà.

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