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LA REPUBBLICA Il fattore Conte sulla A: Roma e Napoli all’attacco della Juve padrona

Iturbe
Iturbe

(E. Sisti) – Nell’anno primo ab iturbe condita la Roma scopre di avere due squadre e di non potersi più nascondere. Con l’attuale rosa, se andassero in campo De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Cole, Pjanic, De Rossi, Strootman, Gervinho, Totti e Iturbe, dall’altra parte potrebbero giocare con i fratini Skorupksi, Torosidis, Emanuelson, Romagnoli, Nainggolan, Florenzi, Keita, Paredes, Uçan, Ljajic e Destro. Lussi che lo scorso anno si permetteva la Juventus sdoppiata e ansiosa di sfondare anche in Europa.

La tattica dei bianconeri era nota: ricevevano in salotto le avversarie fingendo accoglienza e poi le avvelenavano col loro gioco martellante e acido. In Italia il trucco riusciva, all’estero non ci sono cascati nemmeno Galatasaray e Benfica. Strappando Iturbe alla Juventus il club giallorosso ha effettuato un doppio colpo di mercato. Con quello tecnico si è assicurato un talento di 21 anni, prospetto ideale per la futura nazionale del Tata Martino (e potrebbe arrivare anche Ferreira-Carrasco, il gioiellino trequartista belga del Monaco, tre mesi più giovane di Iturbe). La Roma è forte e non ha nulla da perdere perché ha perso sempre tanto e così l’ambiente è abituato allo sfumare dei sogni. Sul fronte dei nervi è avvantaggiata. Rudi Garcia è pronto, con innesti a “breve termine”, a ritoccare in meglio la bellezza multiforme tanto ammirata nei mesi scorsi. È chiaro come il sole che il francese ha acquistato la “saggezza” di Ashley Cole e Seydou Keita per vincere subito.

Chiederà al ritorno di Strootman, alla relativa freschezza di Destro e Nainggolan, cui due ct hanno risparmiato le fatiche dei mondiali, alla rapidità di Emanuelson e al talento di Iturbe, Uçan, Paredes e forse di Ferreira-Carrasco (e se arrivassero anche Vlaar e Basa chiederà qualcosa anche a loro) di completare la galleria delle virtù indispensabili. Con il colpo psicologico invece ha mandato in frantumi l’impalcatura psico-tattica del mostro bicefalo dei 102 punti, che sempre di più dipendeva dal carattere e dalle strategie di Antonio Conte. A Torino la Roma ha lasciato soltanto le turbe. Via Conte, squadra e tifosi non hanno capito. Dentro Allegri, squadra e tifosi, con Vidal in bilico, ci metteranno un po’ a capire. E poi c’è la questione anagrafica: prima o poi i bianconeri dovranno imporsi un ricambio generazionale, che non sarà né facile né immediato. La Juventus deve anche convincerci (si) che conquistare il quarto scudetto consecutivo sia possibile e persino agevole (statisticamente non lo è).

Iturbe da ieri è a Trigoria: “Benvenuto in famiglia”. Oggi la Roma debutterà a Rieti con l’U23 indonesiana. Poi la tournée americana, amichevole col Liverpool e la Guinness Cup per la quale se la vedrà con Manchester United, Real Madrid e Inter: deve riprendere coscienza olfattiva dei profumi di Champions. Alla Juventus condannata suo malgrado a ripartire con un altro progetto (l’impianto Allegri attecchirà sul corpo Conte senza Conte?), e privata di Iturbe, s’avvicina anche il Napoli, che è poco sotto la Roma. C’è da capire come De Laurentiis possa migliorare centrocampo e difesa a disposizione di Benitez (presi Andujar per Reina, Koulibaly centrale e Michu come alternativa a Higuain).

Ci vorrà del tempo prima che il Milan del “nuovo” Inzaghi diventi un “nuovo” Milan, ma potrebbe ritrovare il vero El Shaarawy. Non sarà immediato nemmeno il ripartire dell’Inter di Mazzarri, delusa a morte e per ora senza novità di rilievo (cioè né M’Vila né Dodò). Da definire anche il futuro gruppo di Montella: la prossima Fiorentina potrà contare su Cuadrado o sarà indispensabile cedere il colombiano per migliorare la rosa? Una cosa è certa: gli spazi sono più stretti, la Juve è più vicina, la storia si fa più interessante.

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