IL PAGELLONE Punti di (s)vista sul massimo campionato italiano di calcio

Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.

Gennaro De Tommaso
Gennaro De Tommaso

VOTO 0 GENNY ‘A CAROGNA: SCHIAVI DEGLI ULTRAS

E siamo di nuovo qui a dover scrivere le solite cose su fatti che attanagliano il nostro calcio, anzi per meglio dire il nostro paese, da ormai oltre 20 anni. Siamo passati dal 1989 con l’omicidio di Antonio De Falchi, alla morte di Vincenzo Spagnolo nel 1995, al derby capitolino sospeso nel 2004, all’uccisione dell’ispettore Filippo Raciti nel 2007 a Catania, passando per i disordini di Genova con Ivan Bogdanov prima di Italia-Serbia nel 2010 o per rimanere nel capoluogo ligure con la riconsegna delle maglie sotto la gradinata nord nell’aprile del 2012, questo tanto per citare alcuni dei principali fatti di cronaca che hanno avuto sempre il minimo comun denominatore, ovvero la classifica frase da parte delle istituzioni: “È il momento di dare un giro di vite” senza che a quest’ultima seguissero delle vere applicazioni atte a risolvere il problema. Dalla legge Pisanu del 2005 alla Tessera del Tifoso di pochi anni fa, tutte misure inutili a prevenire scene del genere: finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Trattative con personaggi di dubbia morale, per mantenere l’ordine pubblico nell’impianto sportivo, diffusione delle solite veline della questura attraverso gli organi di informazione privi di fondamento ma esclusivamente atte a calmare gli animi, assegnazione di Daspo per quelli che a tutti gli effetti sono dei delinquenti. Questa la ricetta italiana ormai vetusta e insignificante per porre fine ad una piaga che inizia ad avere proporzioni tali da travalicare il semplice discorso calcistico infangando in modo definitivo l’immagine di un paese in ginocchio in questo come negli altri settori. Purtroppo l’unica certezza è legata al fatto di avere un forte clamore per i prossimi 10 o 15 giorni per poi veder tornare l’attuale status quo imperante e più nauseabondo che mai. Le leggi ci sono ma non si applicano semplicemente perché non esiste uno Stato degno di questo nome. Vergogna… Tutti…

Birra Moretti
Birra Moretti

VOTO 1 AMICHEVOLI ESTIVE

Sia al Friuli che a Marassi si è assistito alla più classica delle farse di fine campionato. Al di là del pericolo combine che rimane sempre dietro l’angolo, il livello di gioco messo in campo da Genoa e Bologna  nello scialbo 0-0 finale, lascia perplessi soprattutto visto l’andamento della gara con il Grifone mai pericoloso in 90′ è i felsinei talmente scarsi da non concretizzare quelle poche occasioni capitate dalle parti di Bianchi. Tutto all’opposto di quanto accaduto tra Udinese e Livorno, talmente svagate dal punto di vista tattico da mettere a referto 7 gol nella prima frazione con una sequela di chance pericolose propria di una partita di calcetto del mercoledì sera tra amici. Sentire Ballardini inveire polemicamente contro Garcia e la Roma per la poca serietà mostrata nella trasferta di Catania fa venire voglia di farsi una grassa risata.  Ah ridicoli…

Gennaro Sardo
Gennaro Sardo

VOTO 2 SARDO GOL

Continua la marca inarrestabile ma purtroppo all’indietro, in una corsa al peggiore, da parte della squadra guidata da Eugenio Corini, in balia degli eventi e sembrata a livello psicologico altamente turbata dalla serie infinita di passi falsi dell’ultimo periodo. Il momento è delicato e da un lato, si può gioire per il pari del Bologna a Genova che mantiene i rossoblu distaccati di un punto con il vantaggio di uno scontro diretto vinto ed un pareggio, ma dall’altra la vittoria del Sassuolo sulla Fiorentina tiene libero un solo posto per il treno della serie A dove Livorno e Catania risultano ormai spacciate. Contro i granata, in piena lotta per un posto nella prossima Europa Legaue, si perde l’ennesimo match ball trovandosi ora, a due giornate dal termine del campionato, invischiati più che mai nelle pesanti sabbie mobili della salvezza. A condannare i clivensi l’autoflagellazione ad opera di Sardo al 53′ con un tocco sporco di petto su tacco di Kurtic a beffare l’incolpevole Agazzi. Elogio meritato al vero minuto di silenzio (solo silenzio), da parte delle due tifoserie al momento del ricordo della tragedia di Superga che consegnò alla storia una squadra invincibile; domenica scorsa decorrevano infatti 65 anni dal tragico evento. A Verona, forse, una è di troppo.

Daniel Pablo Osvaldo
Daniel Pablo Osvaldo

VOTO 3 OSVALDO PERCHE’ FESTEGGI?

Ci è sembrata piuttosto inopportuna l’esultanza impazzita per il bello che non balla ex attaccante giallorosso adesso alla Juventus. Della serie va bene essere felici, ma non travalichiamo. Ad avvalorare la nostra tesi una stagione scandita dalla cifra record di 3 reti in campionato; tutte realizzate con la maglia del Southampton nella sua breve, anzi brevissima esperienza inglese. Tutto ciò porta a capire che il capellone rassomigliante il più scalcinato dei Jhonny Depp non abbia mai trovato la via del gol in campionato con la casacca torinese risultando determinante solo nel far strozzare in gola l’urlo di gioia al popolo bianconero nella brutta serata contro il Benfica. Vista l’esplosione di Berardi, il pronto ritorno al gol di Giuseppe Rossi, le stagioni stellari dei gemelli del gol Cerci-Immobile, le conferme di Cassano e Gilardino, e lo stato di forma e il prossimo rientro di Destro, il biglietto per il Brasile nelle mani dell’italoargentino si fa sempre più piccolo. Cuore di latta.

La libertà che guida il popolo
La libertà che guida il popolo

VOTO 4 A NOI

Perchè indignarci di fronte agli episodi sopra elencati compresi gli ultimi accadimenti di sabato sera potrebbe non bastare più. Rivoluzione: “rivolgimento, ritorno”, derivato dal verbo revolvĕre “rovesciare”. La libertà che guida il popolo. 

Walter Mazzarri
Walter Mazzarri

VOTO 5 MAZZARRI VATTENE

Impazza nel mondo Inter la protesta nei confronti del tecnico toscano, accolto in estate come il salvatore della patria dopo la debacle Stramaccioni e forte del curriculum che recitava mai un esonero o una stagione storta. La realtà ha professato tutt’altro andamento con un quinto posto tenuto con l’affanno fino alla penultima giornata e una qualità prestazionale mai veramente accettabile, anche nei migliori momenti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, più che la sconfitta nella stracittadina, è stata il mancato utilizzo di Javier Zanetti, arrivato al capolinea della sua interminabile carriera e meritevole di chiudere la propria esperienza in nerazzurro con l’ultimo derby in campo, almeno per uno scampolo di gara. Ancor più grave il gesto dell’allenatore ex Napoli se si considera che l’Inter non ha grossi obiettivi stagionali e qualche minuto a disposizione del capitano non avrebbero mutato una sconfitta poi sopraggiunta. Barcollante.

 

Lazio-Verona
Lazio-Verona

VOTO 6 SPETTACOLO ALL’OLIMPICO

Finisce 3-3 il posticipo del lunedì tra Lazio e Verona che rinvia la lotta per l’accesso alla prossima Europa League alle ultime due giornate. Come contro il Torino sono i biancocelesti ad avere in mano il match passando due volte in vantaggio, prima con Keita (assist di Candreva al termine di una bella azione in velocità) poi con Lulic nel corso della ripresa. In mezzo la reazione dell’Hellas con Marquinho ( a segno incredibilmente di destro dal limite) e con lo scatenato Iturbe, imprendibile per Radu, Biava e Cana per il momentaneo 2-2. La zampata di Romulo sembrava aver assestato il colpo decisivo alla sfida e alla corsa europea (visto anche il risultato dell’andata favorevole ai gialloblù) ma un generoso rigore concesso per una spinta di Albertazzi (espulso per doppio giallo) su Klose, consente a Mauri di ottenere il definivo pareggio, pur sbagliando il tiro dagli undici metri, grazie al tap-in sulla respinta di Rafael. Mandorlini annichilisce Reja tatticamente ma non può festeggiare l’intera posta in palio per quella che appare come una grossa occasione persa. Certi treni non ripassano…

Giuseppe Rossi
Giuseppe Rossi

VOTO 7 BENTORNATO PEPITO 

C’è chi festeggia giustamente lo scudetto, chi cerca una spasmodica salvezza, chi l’Europa League e chi invece, pensa già la mondiale brasiliano e all’aria carioca di Rio. Prandelli aveva chiesto garanzie dopo il terzo infortunio accorso a Giuseppe Rossi e l’italo americano ha riposto appena riattivato il contatto con madre erba; l’omonimo del Pablito nazionale timbra il cartellino appena rimesso piede sul rettangolo verde con un gol ininfluente ai fini del risultato, ma speriamo promonitore in vista del prossimo impegno da parte degli azzurri nel mondiale sudamericano. Velo su assit di Cuadrado e dai e via veloce con l’onnipresente Borja Valero bravo a innescare al meglio il solito folletto viola trovando il gol con un sinistro sul primo palo a conclusione di una bella azione. Appuntamento fissato per il 14 giugno, 15 in Italia (il via verrà infatti dato alle 00:00), per il calcio d’inizio della prima gara della nazionale contro l’Inghilterra. Ne vedremo delle belle.

Domenico Berardi
Domenico Berardi

VOTO 8 BERARDI FA IL BOTTO

Alzasse la mano chi all’inizio dell’anno avrebbe scommesso che il talentino di proprietà della Juventus, nato e cresciuto calcisticamente tra la Calabria e l’Emilia, potesse raggiungere la quota di 16 marcature in stagione (6 su rigore), alla sua prima apparizione nella massima serie e all’interno di una squadra, il Sassuolo, al debutto assoluto nel massimo campionato italiano di calcio e capace, come ovvio che sia, di exploit clamorosi sia in chiave positiva che negativa. Il giovane, sul quale anche Cesare Prandelli strizza l’occhio (difficile comunque una sua convocazione per il mondiale), stende la Fiorentina con la sua prima tripletta in Serie A, altra perla dopo la quaterna rifilata al Milan nella gara interna del gennaio scorso. L’attaccante neroverde trova la via della rete nel giro di un tempo prima dal dischetto, poi in sequenza con un sinistro bello ma non irresistibile e un’azione in rapina ben chiusa con il piede sbagliato; il destro non concilia troppo con il suo estro tutto mancino. Niente male per un 19enne al primo bagno. Belle speranze. 

Nigel De Jong
Nigel De Jong

VOTO 9 DECIDE DE JONG

In un derby senza grandi sussulti sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista emozionale (buona comunque la cornice di pubblico con circa 75.000 spettatori presenti) la banda Seedorf riequilibra la sfida dell’andata fornendo pan per focaccia ai nerazzurri con il medesimo risultato e ripercorrendo lo stesso andamento. Primo tempo a ritmi talmente bassi da ricordare il calcio degli anni ’60 (magari gli ’80 Caressa) con pochissimi tiri nello specchio della porta e una leggerissima supremazia del Biscione. Dopo l’intervallo Balotelli, Constant e De Jong, i migliori dei rossoneri, alzano il livello di impegno sopra l’asticella della mediocrità e permettono al Diavolo di riappropriarsi della supremazia cittadina. Calcio piazzato dalla zona laterale di Super Mario e incornata in area del pitbull olandese per l’1-0 definitivo. Clarence può festeggiare la sesta vittoria nelle ultime sette partite senza avere però la sicurezza della permanenza sulla panchina meneghina per il prossimo anno. Magra consolazione.

Juve Campione
Juve Campione

VOTO 10 LO SCUDETTO IN SALOTTO

Giunti alla fine di una affannosa, difficile e declassificante stagione, come al solito condita dalle solite sviste: la Juventus con gran sorpresa di tutti (chiaro eufemismo) è Campione d’Italia. La signora omicidi mette in bacheca il suo 30esimo scudetto, terzo consecutivo della cavalcata Conte, imperfetta però complice la gara di ritorno nella semifinale di coppa contro il Benfica; impossibile pensare che il miglior attacco del massimo campionato italiano di calcio non sia stato capace di realizzare nemmeno una rete contro i portoghesi e per giunta, in uno stadio che mai, prima di all’ora, aveva visto la propria squadra uscire dal rettangolo verde senza aver centrato nemmeno uno volta il bersaglio grosso. Per farla breve nei bei tempi passati juventini, uno come Lippi, oppure il Trap, la coppa l’avrebbe portata a casa. Fatto sta che i bianconeri conquistano comunque il loro ennesimo titolo nostrano prendendosi la briga di festeggiare direttamente appolaiati sul divano. Scusate  la rima. Degno epilogo comunque di un campionato che è sembrato scritto a tavolino. Ci salutiamo domenica.

 

A cura di Papi&Piccinini

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