IL TEMPO Garcia spera: la Juve? I miracoli capitano

Esultanza

(A.Austini) A quanto pare non bluffa. Garcia crede davvero di poter riprendere la Juventus, a maggior ragione dopo aver trasformato in tre punti l’asterisco tenuto in classifica dal 2 febbraio. «È già successo un miracolo del genere e a volte la storia si ripete. Finché la matematica ce lo consente dobbiamo guardare avanti e provare a raggiungerli».

Rudi vede i bianconeri più vicini e cerca di trasmettere la sua stessa fiducia ai giocatori che, leggendo il calendario dei rivali, potrebbero arrendersi in partenza. «Nessuna partita è vinta prima di iniziare – spiega il tecnico giallorosso – le squadre in lotta per la salvezza hanno bisogno di punti. Non esiste un calendario buono o cattivo. In più la Juve ha l’Europa League che comporta un dispendio di energie fisiche».

Oggi la Roma torna davanti alla tv, poi giocherà con un giorno d’anticipo la sfida di campionato: una vittoria a Cagliari, dove il successo manca da una vita, potrebbe mettere ancor più pressione addosso alla squadra di Conte. «Due partite fa avevamo 14 punti in meno, adesso sono 8 e loro devono venire in casa nostra alla penultima giornata. Quindi signfica che tutto è ancora possibile. Il fattore psicologico potrebbe pesare di più sulla Juve perché sono davanti ma ancora non hanno conquistato nulla. Lo stesso vale per noi nei confronti del Napoli. L’unica cosa quasi certa è che queste tre squadre alla fine saranno prima, seconda e terza». Intanto da ieri la Champions giallorossa è pressoché matematica con la Fiorentina ormai distante 21 punti.

Contro il Parma la Roma ha fatto il suo dovere, senza calcoli. «È quello che volevamo – prosegue Garcia – perché non avevamo niente da perdere. La partita è stata spettacolare, anche per merito del Parma che ha giocato per vincere. L’unica cosa negativa è il secondo gol incassato in quel modo: significa che c’è ancora qualcosa da migliorare».

Tra le note positive la firma di Taddei, il diciassettesimo marcatore stagionale. «Preferisco averne così tanti piuttosto che un bomber solo da venti gol perché poi quando manca ci sarebbero problemi. E così è infatti per qualche squadra». Ogni riferimento a Tevez non è puramente casuale. «Mi dispiace per Destro – aggiunge l’allenatore – non è stato fortunato. Spero abbia tenuto il gol per la prossima gara».

Le facce un po’ tristi sono quelle di Ljajic, fischiato e già sotto la doccia mentre i compagni erano ancora a festeggiare in campo, e un Dodò ormai desaparecido.Rudi incoraggia il serbo, «si allena bene, meritava di giocare e per questo l’ho fatto entrare al posto di Romagnoli», e prova a consolare il terzino brasiliano: «In un periodo ha giocato tanto, se abbiamo la miglior difesa è anche merito suo. Comunque tutti pensano prima alla squadra che a se stessi: hanno capito che c’è qualcosa di fantastico per cui lottare». Almeno fino a domenica prossima.

Top